E’ ESTATE, LO CAPISCO DA MOLTI INDIZI

E’ ESTATE, LO CAPISCO DA MOLTI INDIZI

Provare a cercare qualcuno, quando tutti si sono organizzati, tutti sono in giro con qualcuno. Tutti i telefoni sono staccati. È estate. È proprio estate. Lo capisco perché c’è un posto auto libero nella mia strada. Succede solo a Natale e le domeniche d’estate. Lo capisco dal silenzio a quest’ora, alle due del pomeriggio. Lo capisco perché non c’è “Quelli che il calcio”, che per tutto l’inverno scandisce il tempo della mia domenica. È estate. Lo capisco perché non so che cosa fare. Non devo preparare una lezione, un incontro, un testo, un articolo per una rivista. Non c’è niente di niente che devo fare, questa domenica. O sì, ci sono mille cose, dovrei mettere a posto questa casa che mi divora con tutte le sue cartacce, con il suo sporco, con la sua polvere, con i libri dappertutto, con il disordine che mi lascia solo piccoli spazi per muovermi. È estate perché non c’è nessuno nelle strade, è estate perché non viene mai il fresco, è estate perché la televisione sembra quella di un paese del terzo, quarto, quinto mondo, è estate perché sembra che il mondo intero sia da un’altra parte, quale non sai, se rimani in città è questa la sensazione, che sia piena di fantasmi, ci sono zombie che girano per le strade con i calzoni corti, la barba lunga e i calzettoni al ginocchio, camminano come se avessero perso la mamma, da almeno vent’anni, e non avessero più trovato niente di simile. È estate perché c’è un sole furioso che cuoce tutto, per tutto il giorno, e al tramonto diventa grigio, un sole inquinato, il sole di Nuova Delhi, il sole del Cairo, il sole fatto di polvere. È estate perché sei come al Polo Nord, in un deserto di ghiaccio, dove non ci sono altro che lastre a riflettere il niente, però non respiri. Non respiri, e non capisci dove sia sparito il mondo. Ma devo andare anch’io. Seguire l’esodo, prima che questa casa veda il caldo penetrare i muri, entrare dalle finestre e comandare. Stravolgere i pensieri, tutti, fino a impedire di pensare.