HELEN MIRREN: ” IN LA VEDOVA WINCHESTER VI RACCONTO DI ARMI, FANTASMI E FOLLIA”

HELEN MIRREN: ” IN LA VEDOVA WINCHESTER VI RACCONTO DI ARMI, FANTASMI E FOLLIA”

Incontriamo Hellen Mirren alla Casa del Cinema, a Roma, dove è venuta per promuovere il suo ultimo film, La vedova Winchester, che racconta la storia di Sarah, ricchissima ereditiera delle armi Winchester. La donna è convinta di essere perseguitata dalle anime delle persone uccise dai fucili dell’azienda familiare. La signora Mirren, con indosso un bel vestito nero stampato con rose rosa, arriva sorridente e con passo spedito. –Signora Mirren questa è la prima volta che recita in un thriller soprannaturale?“Sì, comunque ci tengo a dirlo che non è un horror ma è una storia di fantasmi, cosa per me molto diversa perché l’horror non mi piace. Questo film, che rientra nella descrizione classica di storie di fantasmi, è una pellicola di intrattenimento oltre a far paura e a spaventare”. –Cosa l’ha spinta ad accettare di fare questo film?“La ragione per la quale ha accettato di fare questo film era perché viene da una storia vera. Inoltre mi è piaciuto molto lavorare con questi due giovani cineasti (i gemelli Michael e Peter Spierig ndr) che non hanno ancora una fama consolidata. Adoro lavorare con i giovani registi perché hanno un’energia particolare. Poi il film è basato su elementi veri, Sarah Winchester è esistita, si può leggere di lei, e ha costruito questa casa che ancora esiste, quello che è rimasto dopo il devastante terremoto di San Francisco del 1906. Era una donna particolare che si era chiusa in questa casa che faceva costruire in continuazione giorno e notte 7 giorni alla settimana. Intorno alla sua figura si sono costruite varie leggende e mi piaceva il fatto che alla fine è diventata una reclusa che continuava a costruire per scacciare i fantasmi di tutte quelle persone uccise da un fucile Winchester”. –Che rapporto ha lei con il soprannaturale?“Non credo nei fantasmi e finché non ne avrò visto uno continuerò a non crederci. Credo però all’incredibile potere dell’immaginazione umana, credo nel credere e penso che ne sappiamo molto poco, dobbiamo fare ancora un lungo viaggio per scoprire il potere del pensiero umano. Diciamo che sono agnostica e aspetto informazioni”. –È stata a visitare la casa? E che idea si è fatta di questa donna che era devastata dai sensi di colpa e dai rimorsi? “Sì, ho visitato la casa che è incredibile e dopo due minuti che entri ti perdi, non sai dove sei ma nello stesso tempo è molto dolce. Lei era una donna minuta e sembra una casa di bambole. Sarah si è ritirata dalla vita, è entrata in lutto e non ne è mai uscita, spesso indossava un velo nero piuttosto spesso. Ha fatto come la regina Vittoria: si è ritirata a vita privata dopo la morte del marito. Comunque Sarah era piena di energia creativa,era un personaggio estremamente affascinante da capire e da entrarci. Il film è una storia di fantasmi e per quanto cerchi di andare in profondità rimane il mistero”. -È una storia di fantasmi ma anche sull’utilizzo delle armi in particolare in America. “Credo che l’America, ma non solo, ha una vera cultura delle armi e poi, si sa, le armi fanno guadagnare molto. I paesi industrializzati come l’Inghilterra, la Francia, la Russia, la Cina, l’Italia costruiscono armi e le vendono a paesi che magari non sono stabili o addirittura vendono armi ai signori della guerra che si arricchiscono. Siamo quindi tutti colpevoli di queste armi. Ultimamente ho letto di un bombardamento in Medio Oriente dove sono morti tanti bambini e innocenti e quelle armi erano italiane. È facile puntare il dito solo sugli Stati Uniti, siamo tutti responsabili e questo anche era uno dei motivi per i quali volevo fare questo film che racconta la storia di persone che sono state uccise in maniera violenta proprio dai fucili Winchester”. -Se e quanto è rimasta delusa dalla mancata candidatura agli Oscar del film di Virzì?“Ella e John è un film del quale sono molto orgogliosa. La tempistica di uscita ha molto a che vedere con il business delle premiazioni, è stato deciso di farlo uscire a marzo. Ho amato lavorare con Paolo Virzì, sono orgogliosa di questo film e in ogni caso quando lavoro non lo faccio pensando ad eventuali premi”. -Pazzo è una parola pericolosa le dice il medico ad un certo punto del film. Lei cosa ne pensa?“Penso che la parola pazzo sia bellissima e adoro i pazzi: sono divertenti quelli che si vestono con un tutù giallo e calze di colori diversi, sono eccentrici. Pericolosi sono i manipolatori, quelli che calcolano tutto. Ovviamente sto facendo una generalizzazione ma adoro i pazzi e penso che grandi menti creative siano state definite pazzie”. -È cambiato qualcosa per le donne e le artiste in questi ultimi anni?“Quello che c’è da chiedersi è perché ci sia voluto così tanto per cambiare qualcosa. La cultura cambia con lentezza. Se pensiamo alle differenze delle donne dalla prima guerra mondiale ad oggi c’è stato un enorme cambiamento culturale e secondo me ha richiesto molti anni. C’è un ribollire di questo magma sotto la coltre della cultura. Cent’anni fa le donne non avevano voce mentre oggi c’è stata un’eruzione e il magma sta scendendo dal vulcano. Se qualcuno ha paura di essere travolto da questo magma farebbe meglio a spostarsi un po’ più in là”.