SALVINI FA CASSARE I COMMENTI NEGATIVI SU FB. MA C’È MODO DI FREGARLO

SALVINI FA CASSARE I COMMENTI NEGATIVI SU FB. MA C’È MODO DI FREGARLO

Il profilo del vicepremier Matteo Salvini è visitassimo e molto frequentato, si parla di quasi 4 milioni di fan, che secondo i maligni sono anche e soprattutto frutto di engagement stratosferici.Un profilo così va preservato, va coccolato come una creatura e soprattutto va difeso da coloro che osano portare attacchi all’indirizzo del titolare, siano questi sul piano personale, che su questioni politiche. Così il capitano, deve aver avvertito una sorta di paranoia serpeggiare tra le pieghe della sua fronte pensierosa e deve aver cogitato che IL PROFILO E’ MIO E ME LO GESTISCO IO. Ma non esiste una garanzia dei Lloyds sulle Pagine dei social e quindi al coniatore di slogan ad effetto ed al suo stratega Luca Morisi, è venuta in soccorso proprio la struttura di Facebook, che prevede l’inserimento di alcune parole in una Black list (una lista nera), naturalmente in sede di commenti, e se questi contengono anche una sola delle parole “blacklistate” il commento viene cassato. E così ricorrendo al semplice meccanismo di esclusione di parole giudicate tabù, il detentore del profilo, applica un filtro efficace e funzionale che evita di far parlare il primo venuto, di 49 milioni di euro. La cifra della quale la Lega è accusata di aver indebitamento incassato denaro pubblico per i rimborsi elettorali dal 2008 al 2010 e dal 2011 al 2014. Una somma che comunque la Lega renderà allo Stato, la renderà comodamente in tante rate per 80 anni. Un “pagamento” così dilazionato da far invidia anche a Giorgio Mastrota, il celebre televenditore. E comunque col tempo quel denaro tornerà nelle Casse dello Stato, come dice spesso Salvini “la legalità è importante!”. Allora perchè permettere di scrivere cattiverie sul suo profilo e alludere noiosamente ai 49 milioni di euro? Basta! Che vadano a scrivere altrove questi perfidi detrattori del Salvini pensiero. I termini messi al bando sul profilo non si limitano al riferimento ai rimborsi elettorali, giacché una volta scoperto che si può aggirare un ostacolo, perché non fare lo stesso per altri? e così il “blacklistamento” si arricchisce di nuovi termini e parole magiche che tanto infastiscono il megaministro, il quale con calma certosina e dedizione indefessa si concentra bene e redige nella casella, l’elenco delle parole bandite.Prendono a essere vietate così le parole: “Armando Siri” o “Siri” il sottosegretario della Lega, rimosso dagli incarichi istituzionali a causa del suo coinvolgimento in un’indagine di corruzione; viene atresì vietata addirittura la parola “Legnano” la città lombarda colpevole di ospitare agli arresti domiciliari per l’accusa di corruzione e turbativa d’asta, Giambattista Fratus, il sindaco leghista. Salvini, però spiega che il ricorso alla Black list avviene unicamente per le dirette (che sono moltissime), alle quali il leader del Carroccio ricorre per commentare i fatti del giorno… Non è che Facebook abbia voluto concedere al “salvin prodigio” un pulsante speciale come quello che diceva di avere Trump sulla scrivania per minacciare Kim Jong-un, è semplicemente che la piattaforma social prevede questo algoritmo come succede per i forum, dove è possibile evitare turpiloqio e ottenere un linguaggio urbano nelle comunicazioni dei post degli utenti. Sulla Pagina di Salvini, sono molti gli interventi ed è chiaro che egli sia ricorso a questo escamotage per evitare un uso pecoreccio del linguaggio, ma l’astuzia o per dire meglio l’inibizione della libertà, sta proprio nel proibire certi argomenti che restano in ogni caso motivo di dibattito politico, specie quando si assurge al ruolo di “giustiziere” vestito d’intransigenza, non facendo sconti a nessuno e Salvini seppure non abbia indossato la felpa da Marco Furio Camillo ha dato sfogo alla sua opera da censore, proprio in questo modo. Ma come si diceva una volta (e si dice ancora): Fatta la legge, trovato l’inganno, così i più spiritosi e arguti utenti dei social stanno già escogitando forme alternative per bypassare i catenacci informatici, formulando gli interventi ricorrendo ad operazioni matematiche o equazioni che diano come risultato il fatidico numero 49. Tra i più graditi pare esserci il numero di Valentino Rossi + 3, visto che “The Doctor” ha da sempre adottato il 46 ed è ormai universalmente noto. Insomma si possono costruire recinti (o nei casi cari a Salvini, dei muri) ma non si può impedire di scavalcarli, a meno di operare una censura sul Web, ma questo non lo diciamo, non sia mai dovesse essere fonte d’ispirazione.