SOLUZIONE: AFFONDARE LAMPEDUSA

SOLUZIONE: AFFONDARE LAMPEDUSA

Alla luce dei fatti, non delle opinioni, restituire chi fugge dalla Libia ai suoi aguzzini significa condannarlo ad una detenzione disumana che lo porterà alla morte nel migliore dei casi, oppure a sofferenze senza fine. Ce lo dicono organizzazioni internazionali come l’ONU e la Croce Rossa, e ce lo dicono centinaia di filmati realizzati da giornalisti e organizzazioni umanitarie. Sempre alla luce dei fatti, considerare i porti della Tunisia come sicuri è uno sproposito inaccettabile in quanto si tratta di un paese che non ha aderito alle convenzioni internazionali intese a proteggere i diritti umani e meno che mai dei prigionieri, e che è accertato abbia in più occasioni restituito alla Libia di cui sopra i migranti che le erano stati affidati. Alla luce della geografia invece è ovvio a chiunque sappia leggere una carta geografica che Lampedusa è molto più vicina alle coste libiche e tunisine di quanto lo sia Malta, la quale Malta ha peraltro accolto un numero di naufraghi in proporzione infinitamente superiore a quanto abbia fatto l’Italia. Accertato al di là di ogni ragionevole dubbio che Lampedusa è e sarà nella stragrande maggioranza dei casi il“porto sicuro più vicino”verso cui a buon diritto si dirigeranno tutte le navi soccorritrici, dove la politica deve lavorare non è sull’acqua ma sulla terraferma e precisamente nelle sedi europee dove può essere concordato un equo programma di ridistribuzione dei profughi. Proprio quelle sedi europee che il Salvini diserta regolarmente.Il suo peggior incubo è che venga trovata una soluzione che toglierebbe il principale carburante alla sua efficientissima macchina xenofoba e razzista, ma che senza quelle poche migliaia di “scuretti” non può funzionare.