ATTENTI ALL’ORCO

Sappiamo che Daniel Pennac, quando pensò al titolo per il fortunato romanzo che inizia il ciclo di Malaussène, aveva in mente quello di un’altra celebre opera,Au bonheur des dames, di Émile Zola. Credo però che al professor Pennac possa piacere il paradosso etimologico presente nel titolo dell’edizione italiana, ossia come è stato tradotto dalla bravissima Yasmina Mélaouah. Perché il termine italianoorco, derivando dal greco anticoeirgo, significa propriamente un luogo chiuso, da cui, una volta entrati, non è più possibile fuggire. Così come l’orcio – l’etimologia è la stessa – è un recipiente che, per la sua particolare forma, impedisce a ciò che è contenuto di uscire. In sostanza orco è un antico sinonimo di inferno. E se poi pensiamo che forse questa parola deriva in italiano daUragus, che è uno dei nomi più antichi con cui le genti italiche indicavano dio, capiamo che l’orco è qualcosa di più pauroso del mostro delle favole che per lo più viene sconfitto, o del proverbiale spauracchio per i bambini disubbidienti e che non vogliono dormire.