I REATI DI GINO BARTALI PER AIUTARE GLI EBREI CONTRO LE LEGGI RAZZIALI
Gino Bartali è stato un grandissimo ciclista.Ma la sua bacheca non è piena solo di premi conquistati al Giro d’Italia o al Tour de France. Fuori dalle piste ha “vinto” anche la medaglia al valor civile concessa dal Presidente della Repubblica Italiana e l’onorificenza di Giusto tra le Nazioni riconosciutagli da Israele. Perché Gino Bartali, oltre a correre, con la sua bicicletta salvava vite umane nascondendo e trasportando falsi documenti e carte utili. Faceva il corriere per proteggere dalla deportazione gli ebrei. Ne ha salvati circa 800.Produrre documenti falsi era un reato.Aiutare gli ebrei era contro le leggi di allora.Se Gino Bartali fosse stato beccato rischiava la galera o la fucilazione o chissà quale pena. Ovviamente lui era consapevole di compiere un atto illegale ancorché umanitario e dei rischi che correva. Ne erano consapevoli quelli che aiutava o quelli che gli passavano le carte false tra cui un vescovo e un rabbino.Ma ai suoi tempi sarebbe stato condannato solo dai fascisti, dai rappresentanti dello Stato di allora che emanavano leggi che, anche se si chiamavano leggi, non erano giuste.Inverosimile che dall’altra parte, quella di chi i fascisti li combatteva, qualcuno gli dicesse:– “Eh eh Ginetto, però così non si fa, tu per salvare delle vite stai commettendo due reati”.– “E no Gino, hai voluto la bicicletta, mo paga”.
