IL PESO DELLE PAROLE

IL PESO DELLE PAROLE

E’ una situazione difficile, bisogna riconoscerlo…perchè ,anche se non è così minacciosa come qualcuno vorrebbe far credere, la questione delle migrazioni può diventare un problema di convivenza civile.E certamente non è e non sarà mai giusto che l’Europa ci lasci da soli. La SeaWatch poteva attraccare più direttamente e velocemente in Tunisia o a Malta, o in 15 giorni andare persino in Olanda, invece si è voluto sfidare leggi e norme in un modo che potrebbe far sembrare un atto umano anche un atto politico.Comunque, assoluto rispetto per il coraggio e la determinazione della capitana. Ma la questione secondo me più seria non è solo quella di dover risolvere un problema di sbarchi di anime disperate che qui trovano peraltro altra disperazione in cui spesso vengono lasciati soli, un problema questo, semmai, che andrebbe risolto sempre all’origine, come tutti i problemi, e non ai suoi effetti. No, la questione per me altrettanto seria è soprattutto nei toni e nei modi che si usano. Le parole sono segnali, indici, della propria civiltà. Si cerchi per carità di risolvere, ma si cerchi di usare il rispetto dovuto per persone che non hanno(più) niente, manco il barlume di una speranza di una vita degna di questo nome. Si usino le parole adatte…Si sappia che la parola è un’arma,soprattutto in certe situazioni. Lo schifoso che vomita il suo odio per l’altro, più debole di lui, perchè diverso da lui,che vomita razzismo e intolleranza, non avrebbe il coraggio di esprimersi se non incoraggiato a farlo, se non si sentisse con le spalle coperte, oltre che col sedere al caldo….