ALEX DI ONG MEDITERRANEA SALVA 54 MIGRANTI: “NEL SILENZIO L’UMANITÀ MUORE. SENZA TESTIMONI”.
La barca a vela Alex della Ong italiana Mediterranea, ha salvato 54 migranti che si trovavano su un gommone in pessime condizioni nel mare della SAR libica.A bordo 11 donne di cui tre incinte e una in gravi condizioni, bambini in fasce, uomini e ragazzi a cui sono state date le prime cure. La barca ora è a 12 miglia da Lampedusa.Gli uomini stanno a prua, i bambini e le donne a poppa dell’imbarcazione a vela lunga 18 metri. Nei volti tutta la stanchezza. “Non è scomodo, meglio dieci anni qui sopra che un secondo in Libia”, una frase che riporta sui loro visi un accenno di sorriso. Riuscire a raggiungere un porto di buona speranza dove ricominciare una nuova vita, allontana il ricordo della brutalità di quei carcerieri, delle loro sevizie e violenze, che praticano sistematicamente e indiscriminatamente in maniera arbitraria senza che alcun velo di pietà possa limitare le loro angherie.La barca a vela è stata tallonata, e inseguita da una motovedetta libica per un bel pò prima di rinunciare. La ong Mediterranea Saving Humans alle 21,30 di ieri sera ha tweettato: “Nave Alex di #Mediterranea sta facendo rotta verso Nord, fuori dalla zona SAR libica. Abbiamo chiesto a ITMRCC Roma l’assegnazione urgente di #Lampedusa come porto sicuro più vicino di sbarco per le 54 persone salvate a bordo”. Poco prima la nave di Mediterranea aveva segnalato un relitto, sulla pagina Facebook, scrivendo: “Siamo in pattugliamento insieme ad Open Arms in SAR libica, cioè la zona in cui la responsabilità di intervento in caso di naufragio sarebbe della cosiddetta “guardia costiera libica”. Il nostro faro è come sempre il rispetto dei diritti umani. Nel corso del nostro pattugliamento abbiamo incontrato il relitto di un gommone. Quasi sicuramente un naufragio. Quanti morti non lo sapremo mai. Un relitto di un “rubber boat” semiaffondato con tanto di motore. Nessuna indicazione di rescue completato. C’è la seria possibilità che si tratti dei resti di un naufragio “fantasma. Nel silenzio l’umanità muore. Senza testimoni”. La risposta del ministro dell’Interno Salvini è netta: “Se la Ong Mediterranea ha davvero a cuore la salvezza degli immigrati allora la nave Alex faccia rotta nel porto sicuro più vicino, che è in Tunisia rispetto a Lampedusa”. Ma al momento del tweet del ministro, l’imbarcazione era già ad oltre 90 miglia dai porti tunisini e a meno di 60 da Lampedusa. Filippo Miraglia dell’Arci, associazione tra i fondatori di Mediterranea, ribatte alle parole di Salvini: “E’ già dichiarata impraticabile dal tribunale di Agrigento, con l’ordinanza su Carola Rackete, e dalle istituzioni internazionali. La Tunisia non è un porto sicuro, il Ministro se ne faccia una ragione: per settimane ha tenuto in attesa una nave con 75 naufraghi a bordo e, dopo averli fatti scendere, ha impedito loro di fare domanda d’asilo rimandandoli nei Paesi d’origine e contravvenendo al “principio di non refoulement”, garantito dalla Convenzione di Ginevra. Adesso la Alex deve portare i naufraghi in Italia, non c’è altra strada. Se si vuole combattere il traffico di esseri umani si attivi subito un ponte aereo e un programma di evacuazione per le 6 mila persone prigioniere dei lager libici sottraendole alle milizie rivali che si contendono il controllo del territorio e che le usano come arma di ricatto per i loro interessi”. Nella serata di ieri la Guardia di Finanza, V 800, la stessa che era stata “danneggiata” la notte del 29 giugno scorso dalla nave Sea Watch nel corso della manovra di attracco alla banchina dopo avere ignorato l’alt delle forze dell’ordine, ha portato in salvo a Lampedusa, con il supporto della motovedetta della Guardia costiera, 55 migranti, tra i quali 22 donne e un minore trovati a due miglia dall’isola su un barcone. Testimone delle operazioni l’ex sindaco Giusi Nicolini: “Per me sono benvenuti tutti, ma occorre spiegare perchè i 42 salvati dalla Sea Warch non potevano essere portati allo stesso modo a Lampedusa. La barca a vela Alex di Mediterranea, nel corso della sua missione di osservazione nella Sar libica, individua nel primo pomeriggio i resti di un gommone. Evidentemente un altro naufragio del quale non avremo mai la conta dei morti…In seguito a ridosso delle piattaforme petrolifere la Alex di Mediterranea scorge un’imbarcazione con 54 persone a bordo.Viene contattata immediatamente la guardia costiera, che risponde seccamente di lasciare l’intervento alle motovedette libiche. Solo che i naufraghi sarebbero riportati in Libia.Questa risposta della sala operativa della Guardia costiera di Roma, dimostra il clima d’odio e menefreghismo che serpeggia negli organismi di controllo italiani. Non si tiene conto che ricondurre dei naufraghi in Libia, è sintomo di grave disumanità.La Libia è comunque un paese in guerra e ancora un paio di giorni fa, uno dei lager è stato bombardato. Nonostante la Alex non sia strutturata per accogliere decine di migranti i volontari con l’aiuto di 11 membri dell’equipaggio decidono di caricare a bordo i naufraghi, uno a uno, con i loro giubbotti salvagente.Una decisione presa a causa della condizione pessima del gommone, inoltre c’era una donna incinta in gravi condizioni è dei bambini, alcuni ancora in fasce.Tratti a bordo, è intervenuto subito un sanitario per visitarli e reidratarli. Nelle ultime ore sembrava che fosse stato dato il consenso di entrare nelle acque italiane e la nave era diretta a Lampedusa. Il ministro Salvini però ha firmato, di concerto con i colleghi alla Difesa e ai Trasporti, il divieto di ingresso, transito e sosta in acque territoriali italiane della nave Alex di Mediterranea. Salvini ha dichiarato: “Le autorità marittime maltesi hanno dato alla nave dei centri sociali indicazione di dirigersi verso il porto di La Valletta, dove potranno attraccare. Incredibilmente, la Ong si sta rifiutando di andare a Malta, paese europeo sicuro! In questo momento sono fermi, affiancati dalla nave di una Ong spagnola, poiché stanotte abbiamo consegnato il divieto di ingresso nelle acque italiane. Se non si dirigeranno verso Malta, è chiaro che sarà l’ennesimo atto di disobbedienza, violenza e pirateria: io non mollo!”. Dalla nave la portavoce Alessandra Sciurba di Mediterranea Saving Humans, ha detto: “pronti a sbarcare i naufraghi a Malta, le 54 persone salvate ieri in acque internazionali , ma devono venirli a prenderli”. E ha proseguito “È sufficiente che le Guardie Costiere maltese e italiana organizzino con le loro motovedette il trasferimento dalle acque di Lampedusa al porto de La Valletta”. “Veniteli a prendere. Siamo grati a Malta per la disponibilità, ma il veliero Alex non è in grado di navigare per oltre cento miglia”, ha concluso Sciurba.
