COLABRODO SALVINI E LA BARZELLETTA DEI PORTI CHIUSI

COLABRODO SALVINI E LA BARZELLETTA DEI PORTI CHIUSI

Capitan Colabrodo si è impuntato contro la Sea Watchper riuscire a eccitare qualche altra manciata di elettori e intanto a Lampedusa, mentre lui se la prendeva con la capitana Carola Rackete,di migranti ne arrivavano seicento. Seicento buchi nella sua tiritera deiporti chiusia cui ormai credono solo quelli che vivono appesi ai tweet del ministro dell’interno, in anelante attesa di una sua diretta Facebook per vomitare un po’ dibilesulla sua bacheca e sentirsi così fieramente penultimi nella guerra agli ultimi. Colabrodo Salvini sa benissimo che quella contro le Ong è una guerra persa. Finge di prendersela per prendere voti ma è consapevole che la Costruzione vieterebbe qualsiasi legge o decreto che impedisca di aiutare gli altri, soprattutto se gli altri stanno in mezzo al mare disossati dalle sevizie libiche, cotti dal sole e infeltriti dal sale. Continuerà a fare la guerra alle Ong finché non riuscirà a raschiare il fondo del barile, ma la suabarzellettadeiporti chiusie delle frontieremurateè destinata a schiantarsi contro la realtà. La realtà è fatta di leggi e di convenzioni internazionali, non si costruisce con i tweet bavosi del suo staff di stercorari e nemmeno con la retorica venduta per qualche voto al chilo. Larealtàè quella riaffermata dal Gip Alessandra Vella: chi salva vite non può essere consideratonemico della Patria,nonostante funzioni per la propaganda. Salvini se ne farà una ragione. Capitan Colabrodo, del resto, è quello che avrebbe dovutoliberarsi di Bossie invece se l’è portato in Senato, lui sempre così attento alla legalità degli altri e così distratto sulla legalità dei suoi. Del resto Capitan Colabrodo è riuscito nella mirabile impresa di non farsi sfuggire nemmeno una parola sul processo che parte da un suo compagno di partito, ex sotto segretario di governo, e quel filo rosso che da Arata passa a Nicastri fino alla primula rossa di Cosa NostraMatteo Messina Denaro. Capitan Colabrodo vuole sconfiggere la mafia, difenderci dalle mafie e non è nemmeno riuscito a tenerla lontano dal suo partito, pensa te. Capitan Colabrodo aveva promesso di non fare attraccare la “sbruffoncella” e invece la Sea Watch è attraccata. Capitan Colabrodo ha promesso (confondendo un po’ i poteri dello Stato) che Carola Rackete sarebbe stata incarcerata e invece niente. Capitan Colabrodo promette che verrà espulsa ma si è dimenticato che anche questa decisione dovrà passare dallamagistratura. Capitan Colabrodo aveva promesso che si sarebbe fattoprocessareperché quel processo era una medaglia e invece se n’è scappato a gambe levate come un Berlusconi qualsiasi. Capitan Colabrodo aveva promesso diaiutare i terremotatie invece i terremotati sono sempre lì, dentro casette che sono diventati forni, incazzati più di prima. Del resto capitan Colabrodo era quello che voleva mettere in stato d’accusa il Presidente della Repubblica (ve lo ricordate?) e invece è diventato un docile agnellino. Capitan Colabrodo anche sull’immigrazione si è imbarcato (!) in unabattaglia persa. Ma quando l’avrà persa forse sarà così pieno di voti da potersi permettere di andare a elezioni un minuto prima. Sarebbe nel suo stile, se ci pensate: non risolvere i malesseri delle persone (non illudetevi, italiani o stranieri a lui non importa) ma lucrarci sopra. Fino all’ultima goccia.