L’INTER TRA I GRATTACIELI. DUE UOMINI IN BIANCONERO PROMETTONO IL RILANCIO
L’impressione (visiva) di questo luglio è che il calcio, per produrre effetti vittoriosi sul campo, debba sfoggiare un appeal manageriale. Via gli allenatori ruspanti, tipo agenti di commercio in viaggio col campionario tra una cittadina e l’altra della penisola, largo ai mister che siedono composti alla destra del Ceo. C’è già il Milan che è presieduto da un fondo economico, ma soprattutto c’è un’Inter che presenta il nuovo corso tra i grattacieli della Milano radical chic di Sala, e sta tutta lì in uno scatto di Antonio Conte e Beppe Marotta in piedi a un passo dal cielo. I due sono di scuro vestiti con la camicia bianca (ehm, ma non sono i colori della Juventus?) e in effetti non hanno mostrato molto di nerazzurro, neppure uno sciarpino, in mezzo agli skyscrapers, tra cui spicca quello di Boeri, il Bosco Verticale, dove aveva casa, ehm, un certo Spalletti. Parole più gettonate: fame, ferocia, noi al posto di io, ma nessun giornalista è stato pronto a dire al neoallenatore: ‘che cosa prova a essere seduto al posto di un gigante come don Josè?’. Oppure: ‘è vero che lei da sempre ha l’Inter nel cuore?’ e ‘Si ricorda quando Materazzi le consigliò, incazzato dopo il 5 maggio, di usare il premio scudetto per infoltirsi la parrucca?’. Ma forse è meglio essere seri più che si può, finché non scappa da ridere, in un mondo che vive di caciara. In fondo, come ha detto Conte: ‘Il calcio italiano si sta muovendo nella giusta direzione per eguagliare la Premier inglese, investendo in infrastrutture e lavorando sul discorso del marketing…”. Il tifoso medio nerazzurro, intanto, mentre ascoltava serio serio in streaming la decapitazione dei senatori renitenti al credo calvinista di Marotta&Co., si chiedeva tra sé e sé cose del tipo: ‘Quante giornate ci metterà questo dinamico duo a scoprire che anche quest’anno non si potrà fare a meno di Danilo D’Ambrosio?’.
