IL VIAGGIO CAMBIA ASPETTO. SULLA STRADA PER BUKHARA

IL VIAGGIO CAMBIA ASPETTO. SULLA STRADA PER BUKHARA

Il viaggio ha cambiato il suo assetto e oggi, sulla strada per Bukhara, sta cercando il suo nuovo equilibrio. In questo momento mi trovo in una locanda contadina, in mezzo a colture intensive di cotone irrigate con l’acqua sottratta all’Amu Darya. Un tempo questa regione si chiamava Oxiana. Otre il verde dei campi si vedono a sinistra le alture riarse che separano dal Turkmenistan e a destra altre colline brulle, verso il deserto. Il caldo è forte. Io sto mangiando forse uno dei migliori piatti uzbechi, la zuppa di carne con patate. Ma accompagno il tutto – orribile a dirsi – con la Cocacola, perché (già sperimentato in Iran) in mancanza di altro tira su. E qui altro non c’è.Ma avevo cominciato parlando di equilibri, perché stamane a Samarkanda ho salutato Eugenia, in volo nel pomeriggio verso Roma, e ora sto proseguendo da solo. Non mi era mai successo prima di gestire un cambiamento di viaggio tanto radicale. La moto ovviamente ha un altro assetto: le ho ammorbidito la sospensione posteriore, ho cambiato la taratura del ritorno dell’ammortizzatore, ho riequilibrato il faro. Ora è molto più leggera e scattante. Soprattutto è maneggevole. Ma sotto osservazione sono io.Abituato da tempo a viaggiare da solo, farlo in compagnia aveva comportato un adattamento: i tempi che non erano più soltanto i miei, idem la fatica, i gusti, il melone da mangiare o meno a bordo strada, la ripartizione delle audacie e delle timidezze durante i mille piccoli incontri che si fanno in diecimila e passa chilometri di strada. Lo stesso volto che si mostra agli altri cambia e in sostanza non si è mai soli anche quando ci si manda a quel paese. Per non dire poi di un punto di vista femminile sulle cose, spesso prezioso.Al dunque, vado avanti spostandomi verso occidente ma in una strada che sarebbe ridicolo chiamare di ritorno. Mi aspettano passaggi di deserto che è una fortuna fare da solo. Da solo? Cosa dico, c’è Bice, fino ad ora perfetta. Lungo la strada forse incroceremo un amico, Gian Marco Bianchi, che scendendo da Bayneu la sta percorrenso all’incontrario. E fa bene perché, udite udite, nei Paesi caldi è meglio spostarsi da nordovest a sudest perché nelle ore più calde la carreggiata destra, così, è più ombreggiata da eventuali alberi o muri e perché I venditori di cocomeri e bevande si mettono – appunto – all’ombra invece che al sole. Da una parte si beve, dall’altra si fa la sete. Salam aleikum.