IL CDU ESCE DALLA SCENA POLITICA CONSEGNANDO IL SIMBOLO SCUDOCROCIATO ALL’OBLIO
Il Cdu, il partito dei Cristiani democratici uniti, dopo 24 anni di permanenza politica sullo scenario italiano, si scioglie. Il partito erede della Democrazia Cristiana, nonché del suo simbolo, chiude e manda nel cassetto della memoria lo Scudocrociato col motto “libertas”.Un simbolo storico che all’inizio del secolo scorso nacque come emblema del Partito popolare italiano di Don Luigi Sturzo. Lo scioglimento è avvenuto ufficialmente alla Camera lo scorso venerdi 12 luglio e lo Scudocrociato che per ben 12 elezioni politiche è risultato vincitore (dal 1946 al 1992) è stato consegnato alla fondazione avellinese intitolata a “Fiorentino Sullo”, lo storico militante DC che ricoprì incarichi di governo dagli anni ’60 ai primi anni ’70 e che fù uno storico leader della Democrazia Cristiana, ma anche maestro, tra gli altri, di Ciriaco De Mita e Nicola Mancino. La fondazione Sullo sarà sotto la guida di Rocco Buttiglione e Gianfranco Rotondi. Ufficialmente il Cdu nacque nel 1995 proprio in ragione della contesa del simbolo tra Gerardo Bianco e Rocco Buttiglione, che erano entrambi segretari del partito popolare, ma che a causa dell’alleanza col Centrodestra di Berlusconi, si era spaccato in due.Buttiglione era favorevole all’alleanza ma la corrente interna di sinistra si oppose ed elesse Gerado Bianco come segretario.Il partito spaccato in due fazioni, vide nelle settimane che seguirono, aperte contese tra i due gruppi e si arrivò ad occupare la sede storica di piazza del Gesù che fu divisa in due sezioni. Mediarono le gerarchie ecclesiastiche e intervenne addirittura l’allora cancelliere tedesco Helmut Kohl, padre dell’unificazione della Germania. La diatriba arivò ad una soluzione che prevedeva che a Bianco andasse il nome, mentre a Buttiglione lo Scudocrociato. Gianfranco Rotondi, all’epoca direttore del “Popolo” propose di chiamare il nuovo partito Cdu e Buttiglione si disse d’accordo. I periodi che seguirono furono tormentati e controversi, fino a che non si diede vita all’Udr di Cossiga, che riuscì quasi ad arrivare al governo con D’Alema, tranne un ultimo veto proprio su Buttiglione al ministero dell’Istruzione, dove il professore prometteva di realizzare la parità scolastica. Successivamente il Cdu si ricompattò nella fila di berlusconi e Rocco Buttiglione assunse più volte l’incarico di ministro e in quel periodo venne anche designato Commissario europeo. Intanto nello stesso periodo era nata l’Udc, che era praticamente lo stesso partito, ma questo neonato partito era destinato a frammentarsi e successe perchè Casini e Follini tagliarono l’intesa con Berlusconi. Così Buttuglione e Tassone si schierarono con Casini, mentre Rotondi scelse di restare unito a Berlusconi e diede vita alla “DC per le autonomie”. Ottenne poi l’incarico di ministro nel 2018. Venerdi la “coppia” si è riunita, grazie alla fondazione dove il Cdu ha trovato il suo epilogo e si chiude definitivamente l’esperienza degli ex democristiani. Anche se, come dice il titolo di una vecchia bella canzone di Franco Califano: “Non escludo il ritorno”.
