C’E’ SEMPRE UNA RAGIONE, ANCHE QUANDO IN EFFETTI NON C’E’

C’E’ SEMPRE UNA RAGIONE, ANCHE QUANDO IN EFFETTI NON C’E’

Palazzo Barberini. Interno giorno.Rivolto a un addetto del museo: «Mi perdoni, Caravaggio non si può vedere?».Addetto, molto gentile: «Sì lo abbiamo spostatoin un’altra sala, la 34».«Va bene».Arrivo alla 34 e mi ritrovo la Giuditta e Oloferne, in alto, da dover piegare il collo in su per vederlo, con la solita illuminazione sbagliata e sparata sul quadro e soprattutto con una piantana di acciaio nero, pesante e invadente che regge un cartello piccolo e nero con scritto: “Caravaggio, Giuditta e Oloferne, etc. etc”. La piantana è esattamente al centro dell’esposizione, quasi all’altezza degli occhi. Praticamente la piantana è l’opera, e il Caravaggio un di più.Chiedo: «Ma non si potrebbe spostare la piantana almeno di lato? Anche perché con le luci che avete messo fa un’ombra orrenda, che il Caravaggio già in vita ne ha passate tante, pure questa, ecco…».Risponde un altro addetto, sempre gentile: «È vero, ma qui fanno tutto con una ragione. Loro hanno una ragione nelle cose che fanno».«E lei conosce la loro ragione?».«No, io no», risponde.«Allora quando incontra “loro” gliela chieda questa misteriosa ragione. Lo faccia per me».