ERDOGAN PICCONA LA VECCHIA NATO
La vecchia Nato, di cui la Turchia fa parte dal 1953, potrebbe essere stata seppellita ieri con una sfida senza precedenti. È infatti già iniziata la fornitura alla Turchia, il secondo esercito dell’Alleanza atlantica, dei sistemi di difesa missilistici russi S-400. La vecchia Nato, di cui la Turchia fa parte dal 1953, potrebbe essere stata seppellita ieri con una sfida senza precedenti. È infatti già iniziata la fornitura alla Turchia, il secondo esercito dell’Alleanza atlantica, dei sistemi di difesa missilistici russi S-400. Lo ha annunciato il ministero della Difesa di Ankara in una nota nella quale si precisa che il primo lotto di componenti degli S-400 è arrivato nella base aerea di Murted. La fornitura degli S-400 alla Turchia è stata fortemente contrastata dagli Stati Uniti.L’accordo da 2,5 miliardi di dollari per l’acquisto di due batterie di S-400 _ il più avanzato sistema missilistico antiaereo a lungo raggio della Russia _venne firmato da Mosca e Ankara l’11 aprile 2017. Gli Stati Uniti hanno in più occasioni minacciato sanzioni nei confronti della Turchia per l’acquisto dei missili russi ma le autorità di Ankara hanno sempre espresso l’intenzione di concludere l’accordo citando ragioni di sicurezza. Washington ha quindi ipotizzato di escludere la Turchia dal programma per la produzione degli F-35.La Nato si dice “preoccupata” per la consegna alla Turchia dei missili. “Spetta agli alleati decidere quali attrezzature militari possono comprare _ ha precisato un anonimo funzionario Nato. Tuttavia siamo preoccupati per le potenziali conseguenze della decisione della Turchia di acquisire il sistema S-400. L’interoperabilità delle nostre forze armate è fondamentale per la Nato per la conduzione delle nostre operazioni e missioni”.Cosa sta succedendo? La Turchia di Erdogan sta sfidando apertamente gli Stati Uniti di Trump che avevano minacciato conseguenze “nefaste” se Ankara avesse acquistato le batterie missilistiche russe al posto dei Patriot prodotti dagli americani. La questione è lacerante. Tanto è vero che Washington ha già congelato la consegna di 100 caccia di nuova generazione F-35 alla Turchia che tra l’altro produce oltre 900 componenti di questo aereo, Nella produzione di parti dell’F-35 è coinvolta anche l’Italia e non è da escludere che gli Usa in futuro facciano pressioni sul governo di Roma per l’acquisto altri caccia che magari non andranno alla Turchia. Gli americani hanno già piazzato 6 di questi costosi veivoli alla Bulgaria, Paese che notoriamente è tra i più poveri d’Europa.La sfida turca a Washington nasce da una escalation di incidenti tra Stati Uniti e Turchia culminati quando, dopo il fallito colpo di stato del 15 luglio 2016, esponenti politici del partito di maggioranza Akp, accusarono gli americani nel colpo di stato per estromettere Erdogan dal potere. Non solo. Gli Usa ospitano da 20 anni l’imam Fethullah Gulen ritenuto dai turchi il vero capo della rete che ha tentato il golpe. E gli americani hanno sempre negato l’estradizione di Gulen.Ma tra la questioni critiche ce ne sono diverse. Erdogan ha spesso accusato banche e istituzioni finanziarie Usa di fare parte della “lobby del tassi di interesse” che ha messo sotto pressione la lira turca.Poi c’è il problema della Siria. Nel 2011 gli Usa e la Turchia, con le monarchie del Golfo, erano allineati nel tentativo di abbattere Assad al punto che Erdogan ospitava jihadisti di ogni genere e provenienza. Poi le cose si sono complicate. La Turchia è arrivata a uno scontro con la Russia _ intervenuta a fianco di Assad _ per l’abbattimento di un caccia Sukhoi ma Putin è stato abile a sfruttare l’episodio per riannodare il dialogo con Erdogan e a convincerlo che al Russia gli era più utile degli Usa. Non solo. Gli Stati Uniti hanno sostenuto i curdi siriani nella lotta al Califfato mentre Erdogan ritiene che siano tutti “terroristi” e ha persino occupato militarmente una parte della regione curda siriana. Trump è stato quindi costretto a tenere le truppe sula campo per evitare uno scontro diretto tra le forze armate turche e i curdi siriani. Ecco perché la Turchia si è avvicinata così strettamente a Mosca con cui ha anche in ballo il gasdotto Turkish Stream, osteggiato da Washington, e una mega commessa per la costruzione di una centrale nucleare. Tra Usa e Turchia si può dire con una battuta che “più alleati di così si muore”. Ma la faccenda è molto seria.
