LA ‘PAR CONDICIO’ GIAPPONESE

LA ‘PAR CONDICIO’ GIAPPONESE

Anche in Giappone, in occasione delle elezioni politiche, la televisione pubblica è tenuta a garantire una sorta di “par condicio” a partiti e candidati. Non solo: la legge prevede anche il cosiddetto “spazio autogestito”. A vivacizzare le prossime elezioni per il rinnovo (parziale) della Camera Alta, previste il 22 luglio tra l’indifferenza generale, si sta pensando questo personaggio: Tachibana Takashi (nessuna parentela con il suo famoso omonimo, il coraggioso giornalista che negli ’70, dopo una serie di articoli, riuscì a far dimettere Kakuei Tanaka, il premier giapponese più capace, più amato è forse più corrotto del dopoguerra). Ex dirigente della NHK, la radiotelevisione di stato mai come in questi ultimi anni divenuta il portavoce del governo, Tachibana ha firmato un partito dal nome impossibile: “partito per la protezione dei cittadini dalla NHK”. In Italia sarebbe come fondare un partito con il nome di “Liberateci dalla Rai”. Approfittando del diritto di accesso, Tachibana ha iniziato a tartassare i (pochi) cittadini che seguono questo tipo di trasmissioni con una serie di insulti e di slogan contro la NHK. Accusandola di ogni nefandezza: corruzione, manipolazione, malagestione e violazione delle regole sul lavoro. Il bello (e brutto) è che molte delle accuse non sono completamente campate in aria. Che censura e autocensura imperino, ad esempio, è noto. Come pure che sul luogo di lavoro esistano forti discriminazioni di genere e diffuso mobbimng. Qui sotto potete ascoltare tutto il “discorso” (in giapponese) caricato su YOU TUBE, mentre nell’articolo di Japan Today c’è una parziale traduzione di inglese.