L’ITALIA HA ANCORA TREMATO: LA STAMPA ESTERA APRE SULL’ISLANDA E SUL “CETA”

L’ITALIA HA ANCORA TREMATO: LA STAMPA ESTERA APRE SULL’ISLANDA E SUL “CETA”

L’Italia ha ancora una volta vissuto ore di terrore lungo la costa appenninica che, dalle Marche, all’Umbria e all’Alto Lazio è stata colpita da un terremoto di magnitudo 6.5 sulla scala Richter.E’ quanto ho sentito stamattina dal TG del 2° canale francese (France 2), mentre sfilavano le immagini di paesini, come Visso, Norcia e Castelluccio, che sembravano essere stati colpiti da una bomba, tanto grande è il disastro che l’ennesimo terremoto – da quello dello scorso 24 agosto – ha causato a case, strade e perfino ad opere artistico – architettoniche che parlano al mondo della millenaria storia inscritta su ogni pietra del territorio italiano.Ho immediatamente cercato ulteriori notizie sulla stampa d’ oltr’Alpe ma – a parte qualche rigo su “Le Monde”, tutti i giornali francesi aprivano le loro prime pagine sul risultato delle elezioni islandesi – dove il partito “Pirata” è stato battuto dal partito conservatore – e sul voto per il “CETA” che si è svolto quest’oggi a Bruxelles.Come a voler scongiurare il “male oscuro” che dalle viscere della terra vorrebbe cancellare la storica Via Francigena, detta anche “via dei francesi” : la storica, millenaria strada che fa parte di una rete di vie dette altresì “Vie Romee” e che dall’Europa Centrale ed in particolare dalla Francia, conducevano a Roma.Come a voler scongiurare un presagio che vedrebbe nel crollo della cattedrale di San Benedetto, quello dell’Europa stessa, poiché il Santo è da sempre considerato suo Protettore.Come a voler confermare che nulla potrebbe mai cancellare dalla faccia della terra quel che quei percorsi – grazie alle miriadi di genti che l’hanno percorsa , provenienti da culture anche molto diverse tra loro – ha permesso, ossia un “unicum” nello straordinario passaggio di segni, emblemi, culture e linguaggi dell’Occidente Cristiano.Sono tuttora rintracciabili sul territorio le memorie di questo passaggio che ha strutturato profondamente le forme insediative e le tradizioni dei luoghi attraversati. Un passaggio continuo che ha permesso alle diverse culture europee di comunicare e di venire in contatto, forgiando la base culturale, artistica, economica e politica dell’Europa moderna; è nota la frase del poeta Goethe secondo cui la coscienza d’Europa è nata sulle vie di pellegrinaggio.A partire dal 1994 la Via Francigena è stata dichiarata “Itinerario Culturale del Consiglio d’Europa” assumendo, alla pari del Cammino di Santiago di Compostela, una dignità sovranazionale. Ebbene, se le ragioni del quasi “silenzio” della stampa d’Oltr’Alpe sull’infausto evento tellurico di stamattina che nuovamente ha colpito i nostri borghi (belli e suggestivi come presepi addormentati su ridenti colline), sono quelle suddette, posso anche farmene una ragione di ordine culturale, ma da italiana cresciuta a cavallo di due culture e convinta europeista, nonché sensibile alle tragedie che hanno colpito ed insanguinato la Francia sin da gennaio 2015, avrei largamente preferito leggere da qualche parte una franca e pronta solidarietà nei confronti del mio Bel Paese, a partire da Pierre Moscovici.Una volta tanto, il commissario europeo potrebbe anche chiudere in un cassetto la sua calcolatrice ed aprire un angolo di cuore. Perché l’Italia avrà pure i suoi torti nel non aver saputo o voluto prevenire quel che è prevedibile sul suo territorio a rischio sismico certificato, ma ora va aiutata anche e soprattutto a livello economico affinché si trovino tutte le risorse necessarie da investire contro il dissesto idro-geologico, per la messa in sicurezza del territorio, delle case e dei beni culturali, affinché – anche se la terra trema – non trascini negli abissi vite umane e con loro la nostra comune storia umana, civile e culturale.Perché nelle Marche si contano già 25 000 sfollati e 3000 a Norcia.Perché Castelluccio è devastata.Perché la terra è squarciata.Perché si apre l’asfalto.Perché anche la montagna si è spaccata.Perché io non dimentico di quando da queste parti si gridava “L’Europa ha bisogno dell’Italia”. Ricordarlo adesso alla commissione europea non è solo un diritto. Ora più che mai è un Dovere.