RISCHI TAGLIO VITALIZI EX PARLAMENTARI
In politica ormai la legge non conta. È l’immagine, la propaganda, gli specchietti per le allodole che contano. Fino allalegge Fornero TUTTI i lavoratori avevano il calcolo della pensione con il sistema retributivo. Era un sistema che si basava sull’eterno e giusto patto tra le generazioni, ossia chi lavorava contribuiva in parte ad una vita decorosa per chi era in pensione. Naturalmente questo patto era il primo da distruggere, perché il capitalismo salta al liberismo quando disconosce il welfare e pone padri contro figli generando una bella crisi di lavoro e contemporaneamente, barando sull’aspettativa di vita (sì, barando, perche’ i numeri non dicono quanto vale il decadimento fisico da età e da sfruttamento) tiene i padri al lavoro e i figli a casa. 300.000 ragazzi sono emigrati quest’anno. E i morti per incidenti sul lavoro, tra cui molti anziani, sono raddoppiati. Il codice di diritto del lavoro di mia figlia scrive:Un diritto può genericamente definirsi come “ciò che l’individuo pensa che gli spetti o crede di potere rivendicare in base a esigenze naturali o alla cultura e alle consuetudini della comunità in cui vive” (Sabatini Coletti). Allora, per quello che capisco io, un diritto diviene “acquisito” quando ad esso si può pensare come ad un qualcosa che ti spetta e che non va più toccato, un qualcosa che ti fa stare in pace e che ti fa pensare che non dovrai mai più fare nulla per preservare ciò che hai finalmente ottenuto. Questa seconda definizione vale oggigiorno per molti dei diritti che fanno giustamente parte del nostro patrimonio culturale e politico. Parecchi tra questi diritti costituiscono il patrimonio della sinistra. Il contesto però fa la differenza. Nel momento in cui, infatti, il nostro Paese con la crisi economica indotta dai colossi finanziari del 2008, lo Statuto dei lavoratori, legge del 1970, è crollato. Quindi pare che il diritto acquisito sia una barzelletta, e dipende dal contesto economico e politico. Ecco che, a seconda del contesto in cui ci si trova, la parola “diritto” oggi trova interpretazioni diverse, e al suo interno ci finiscono delle “parti” (i diritti acquisiti, appunto) che vengono spesso definite “privilegi” da chi non ne dispone. E sì. Facciamo bene attenzione a questa differenza, perché il punto di vista è fondamentale per capire di che cosa stiamo parlando. Se il diritto al lavoro è sacrosanto, spesso chi il lavoro non ce l’ha pensa che quelli che di questo “diritto” godono siano dei privilegiati. E così via. Chi ha un lavoro meno garantito (atipici, partite iva, co.co.pro, lavoratori a chiamata) pensa che il lavoro dipendente sia appannaggio di pochi soggetti che diventano così privilegiati. I dipendenti privati, a loro volta, pensano che quelli pubblici siano privilegiati rispetto a loro. Se è giusto dire “bisogna lottare affinché tutti abbiano gli stessi diritti”, forse bisognerebbe anche chiedersi “se”, e soprattutto “quando”, alcuni diritti acquisiti smettano di essere semplici diritti per trasformarsi, in un contesto di riferimento mutato, in veri e propri privilegi. Fermiamoci un secondo a leggere e a ragionare insieme. La pensione di anzianità oggi è (grazie alle nostre lotte) un diritto tutelato e indiscusso.Ma la pensione di anzianità è un diritto acquisito o no? Tutti rispondiamo immediatamente di sì. Alt Proviamo ora a chiederci: “le pensioni che superano i 3500 euro mensili sono un diritto acquisito?”.Eh…qui qualcuno incomincia a storcere il naso e pensa: “Certo che 3500 euro sono proprio tanti, però se ho detto di sì prima ora non posso che continuare a pensare che sia un legittimo diritto acquisito”. Se qualcuno ci facesse notare che alcuni di coloro che prendono più di 3500 euro non li prendono perché il calcolo della pensione è stato fatto sul montante contributivo versato, ma in base alla media degli ultimi stipendi percepiti, cioè con il cosiddetto metodo “retributivo”, cosa penseremmo? In molti ora incominciano sicuramente a pensare che forse siamo più vicini al privilegio che al “diritto acquisito”.E no, fermi tutti. A rigor di legge, a tutti gli effetti parliamo sempre di un diritto acquisito intoccabile e, anche se pensate che non sia giusto perché voi andrete in pensione con il metodo “contributivo”, non potete farci niente. Chi prende pensioni alte è perché guadagnava molto.Chi le prende basse è perché guadagnava pocoTutta la vita, funziona così il capitalismo, se non ve ne siete accorti. E se andassimo oltre? Se parlassimo dei vitalizi dei consiglieri regionali o di quelli dei parlamentari delle passate legislature? Privilegi? No, no!De iure sono dei diritti acquisiti, mi spiace. Dopo tutto questo ragionamento forse qualcuno avrà cambiato idea su cosa è un privilegio o su cosa è un diritto acquisito. Se per legge, infatti, i diritti acquisiti non possono essere toccati se non con il consenso di chi quei diritti ce li ha, è evidente che dobbiamo sperare che siano gli interessati a rinunciare. Stiamo attenti, dare per scontato che non ci sono diritti acquisiti, è un boomerang per tutti.Perché mai si toglie il diritto acquisito del calcolo retributivo a chi prende troppo (perché guadagnava troppo!) e non si ricalcola col contributivo per tutti? La Costituzione non può permetterlo, perché già la tassazione progressiva mantiene il principio che ciascuna contribuisca in proporzione al reddito.Si farebbe una discriminazione tra cittadini! Si dice che è una questione di principio. Mmmmm, l’accoglienza naufraghi è una questione morale. Dai vitalizi degli ex parlamentari, dalle pensioni d’oro, che comunque saranno rivalutate ampiamente con la flat fax, si ricava poco. È dalla massa dei pensionati che riceveranno tanto. Perché è togliere i diritti acquisiti lo scopo di un sano liberismo. Oggi il governo fa il passo del caos. Ma tutti sono felici e non pensanti Dimmi: perché giacendoa bell’agio, oziosos’appaga ogni animale;me, s’io giaccio in riposo, il tedio assale?G.Leopardi Sempre pastori furbi guidano i greggi
