ADDIO ANDREA POETA IMMORTALE
Quando ho letto che Camilleri è morto ho pensato che adesso di lui mi sarebbe rimasto solo il ricordo della sua voce al telefono, più di dieci anni fa: la tristezza era infinita. Ho pensato, poi, alla lingua che ha saputo regalare creandola genialmente, i libri che non scriverà più, e la tristezza è diventata rabbia. Infine, ho ricordato il suo ultimo, titanico intervento contro questo Governo, il suo bisogno di definire nettamente dove stia l’abuso, dove il disprezzo per i valori sacri dell’umanità e la rabbia non mi lascia più, non vuol saperne di andarsene. Perché molti di noi non meritavano che morisse (sì, lo volevamo immortale), ma quest’Italia non meritava Camilleri. Resto con la mia rabbia e un’amara consolazione: almeno lui non dovrà più vivere in mezzo a questo schifo.
