AL VIA IL FESTIVAL DI VENEZIA, TRA FILM BREVI E DIRETTORI MASCHILISTI

Non poteva che iniziare tra polemiche, come ogni manifestazione che si rispetti, anche questo 75mo festival del cinema di Venezia. Già, perché se non si mette un po’ di pepe non c’è gusto. E così ecco che, ancora prima del suo discorso di apertura, il direttore Alberto Barbera viene già tacciato di maschilismo per aver scelto solo una donna regista tra i ventuno in gara. Un po’ come le quote rosa, pare che sia politically correct avere un equilibrio tra uomini e donne. Il direttore si giustifica: i film vengono scelti “per le qualità intrinseche e non perché sono fatti da donne”. Assolutamente nulla da controbattergli: l’idea che ci debba essere una donna a tutti i costi, solo perché donna, è ancora più maschilista del non inserire alcun rappresentante del genere femminile. Deduciamo dunque che non ci fossero film girati da donne di livello sufficientemente alto da poter competere con quelli dei colleghi maschi. Il programma del primo giorno di Festival prevede la proiezione di “First man” (“Il primo uomo”), diretto dal geniale Damien Chazelle, che fa di nuovo coppia con Ryan Gosling. Considerata la bellezza delle ultime due pellicole del regista, “La la land” e “Whiplash”, non possiamo che aspettarci 148 minuti di qualità (o questo ci auguriamo). Il film tratta dello sbarco sulla luna dell’Apollo 11 (se ce n’è mai stato uno). Il trailer, molto americano, ricorda un po’ quello di “The Martian” con Matt Damon: i bassi vibrano di tanto in tanto per creare suspense, la faccia di Gosling con il suo sorrisetto sornione compare qua e là a ricordarci chi è il protagonista, un’inevitabile storia d’amore sullo sfondo e qualche lacrima per la morte di qualcuno. Staremo a vedere cosa ci riserva questa volta Chazelle. Stasera sarà anche la grande notte di Vanessa Redgrave, che riceverà il Leone d’Oro alla carriera. La Redgrave salirà sul palco per alzare la statuetta dorata dopo le 19, durante la cerimonia di apertura del Festival. E chissà che gli interpreti del suo discorso possano magari essere italiani, non come la signora inglese che, con spiccato accento british e traducendo utilizzando calchi dalla sua lingua madre, l’anno scorso riportava in italiano il discorso di ringraziamento di Jane Fonda (“e anche riceverlo questo qui a Venezia”, riferendosi al Leone d’Oro). Chi vorrà seguire le pellicole di questo Festival dovrà armarsi di pazienza (e di qualche thermos di caffè): pare che i registi si siano fatti prendere la mano, e che la media di durata dei ventuno film in gara sia di più di due ore. Il record per il più prolisso va a Donnersmarck, che con il suo “Opera senza autore” fa concorrenza a “Via col vento” arrivando a 188 minuti. Il più conciso è “Zan”, che dura appena un’ora e venti. Ma non dimentichiamoci che il regista è giapponese, e forse i minuti possono bastare comunque. Dunque luci puntate sul red carpet veneziano: inizia lo show di vestiti, paparazzi e gossip… ah, e non dimentichiamo il cinema ovviamente.