LA MAY SI PREPARA ALLO SCONTRO FINALE PROSPETTANDO SCENARI DI CATASTROFE

LA MAY SI PREPARA ALLO SCONTRO FINALE PROSPETTANDO SCENARI DI CATASTROFE

Theresa May si prepara all’ultimo atto. E’ ormai da considerare una missione impossibile il conseguimento della maggioranza alla Camera dei Comuni, per la sua proposta di Brexit soft, concordata a Bruxelles. Per meglio dire, se ancora sussiste una speranza, essa è legata al possibile terrore che potrà pervadere la mente dei parlamentari inglesi al momento del voto. Solo il terrore del salto nel buio lascia intravvedere la possibilità che qualche legione di “responsabili” possa cambiare idea all’ultimo momento e ribaltare un risultato su cui neppure il più sconsiderato scommettitore britannico si sognerebbe oggi di giocarsi la miseria di un pound. Nel frattempo Theresa ci prova e butta sul campo tutte le misure che possono concorrere nel seminare terrore. Spazi liberi obbligatori sulle navi per consentire la sistemazione di  alimenti e medicine. 3500 soldati ufficiali, riservisti compresi  pronti a intervenire. 80mila lettere inviate alle aziende di tutto il Paese della serie “la tempesta è in arrivo”. 2 miliardi in più di stanziamenti governativi, giusto per la riduzione del danno. Creazione di 90 nuove figure professionali da utilizzare nelle unità di emergenza in caso di No Deal e conseguente catastrofe. Infine non potevano mancare indicazioni sul trasporto di animali domestici in caso di fuga in preda al panico. Consiglio dei ministri ridefinito e compatto,  ma si sa, non è lì che Theresa vincerà la sua guerra personale, così come hanno avuto rilevanza solamente simbolica l’accordo di Bruxelles, il mantenimento della maggioranza nel suo partito o l’insuccesso della mozione di sfiducia della minoranza Labour. Il voto di metà gennaio sarà decisivo, o con lei o contro di lei. Compromessi all’orizzonte nessuno, tanto che un suo ministro li ha considerati con ribrezzo, come se si trattasse di una bestia leggendaria da massacrare prima che possa far danni. Chissà perché si è assimilato il compromesso a un Unicorno, un animale dolce, un brand per bevande ancora più dolci oltre che simbolo del movimento Lgbt nel Regno Unito. Giochi fatti ? Siamo in Gran Bretagna, terra di bootmakers, non ci resta che scommettere. Un successo della May ci potrebbe fare ricchi.