MASCHILISMO SÌ, MASCHILISMO NO: A VENEZIA 75 CONTINUA LA POLEMICA

MASCHILISMO SÌ, MASCHILISMO NO: A VENEZIA 75 CONTINUA LA POLEMICA

Si ritorna a parlare di maschilismo a Venezia, con la filippica del regista francese Jacques Audiard (“The Sisters brothers”) in conferenza stampa. Senza quasi prendere fiato, si lancia in una critica del sistema che permette che ci sia solo una donna in gara per il Leone d’Oro: «Non vi nascondo che sono stato sorpreso quando ho visto la lista dei registi in concorso, cioè 20 contro 1. Ho scritto ai miei colleghi della selezione, ma non ho avuto grosse risposte. Poi ho letto i commenti della segreteria generale, del presidente. Non sto criticando, non critico l’integrità della presidenza, ma da qualche anno si dice che è un peccato (che non ci siano più donne, ndr) e la risposta è (chiaro riferimento alle dichiarazioni del presidente Barbera, ndr) ‘Abbiamo fatto il nostro lavoro, abbiamo visto tutti i film. Davanti a un film non bisogna porsi il problema del sesso, un buon film è un buon film’ punto e basta. La domanda invece che bisogna porsi è: il festival ha un sesso? Il personale dirigente del festival ha un sesso? Sono 25 anni che i miei film sono nei festival, non ho visto donne alla guida delle rassegne, credo sia lì il problema. E l’altro problema è che in più di 25 anni ho sempre visto gli stessi volti, gli stessi uomini, in ruoli diversi ma sempre presenti. Tutto questo ci fa capire qual è il sistema. Questa è la superstruttura: poi ci sono i comitati di selezione, non si sa chi seleziona… è questo che va cambiato. Smettiamola di riflettere su altre cose, interroghiamoci su cose semplici. Io ne faccio una questione di uguaglianza e giustizia: l’uguaglianza si conta, la giustizia si applica, è molto semplice. Poi si potrà cominciare a essere più seri ed evitare aberrazioni come questo 20 contro 1». E conclude con un «Non si applaude, si agisce. Grazie». Pare che Audiard abbia il dente avvelenato contro qualcosa (o qualcuno). Prende come “scusa” il discorso sul maschilismo, per poi lanciarsi in accuse contro il sistema e l’organizzazione del festival. Della serie, “non sputare sul piatto in cui mangi”. E in cui mangi da 25 anni.Continuano inoltre i problemi tecnici in conferenza stampa: durante la presentazione di “The Sisters brothers”, il microfono non funziona. E così il giornalista si trova a dover gridare la sua domanda per farsi sentire. Pare impossibile che ogni giorno ci sia qualcosa che va storto.Per non parlare poi delle traduzioni incomprensibili, con l’interprete che, traducendo una risposta di John C. Reilly, dice (cito testualmente): “Quando loro si sono aderiti allora sembrava davvero un’idea vincente. Le sfide: allora, cavalcare è sempre stata una sfida per me. Il mio cavallo aveva una questione di gestione (forse di digestione?) che causare flatulenza ogni volta che Jacques ha detto ‘ciak’; questo effettivamente è qualcosa che vorrei vedere filmato”. Beato chi la capisce!Il western del francese piace abbastanza. Il cast è stellare: Joaquin Phoenix, John C. Reilly, Jake Gyllenhaal. Tratto dal romanzo “Arrivano i Sister” di Patrick deWitt, la pellicola narra le vicende di una coppia di fratelli fuorilegge che vengono incaricati di assassinare un cercatore d’oro, con conseguenze impreviste. Il film, nonostante sia ambientato negli USA di metà Ottocento, è stato girato tra Almeria, Aragona e Romania.Ha riscosso invece moltissimo successo la serie fuori gara “L’amica geniale”, che ha ricevuto ben dieci minuti di applausi a seguito della proiezione. La serie è ispirata ai romanzi di Elena Ferrante dal titolo omonimo, e narra dell’amicizia tra Elena e Lila, nata sui banchi di scuola in un quartiere popolare di Napoli negli anni Cinquanta. Verrà trasmessa in autunno su Rai1, Raiplay e sulla piattaforma Timvision, e come evento in sala da Nexo nei giorni 1, 2 e 3 ottobre. Molto apprezzata negli USA, la Ferrante è stata oggetto di studi da parte dell’Università di Padova, che il 7 settembre dello scorso anno ha tenuto un workshop dal titolo “Drawing Elena Ferrante’s profile”. All’incontro hanno partecipato i maggiori esperti internazionali di stilometria, scienza che si occupa di comparare, identificare e misurare i tratti caratteristici dello stile letterario dei vari autori. La Ferrante ha dichiarato: «Io credo che i libri non abbiano alcun bisogno degli autori, una volta che sono stati scritti. Se hanno qualcosa da raccontare, troveranno presto o tardi lettori; se no, no… I miracoli veri sono quelli di cui nessuno conoscerà mai l’autore.».Attesa oggi a Venezia per il film “At eternity’s gate”, che racconta la storia di Van Gogh, interpretato da William Dafoe. Sarà poi turno dell’ungherese László Nemes con il suo “Napszallta (Tramonto)”, pellicola ambientata a Budapest nel 1913, pochi mesi prima dello scoppio della Prima Guerra Mondiale, che racconta le vicende di una donna che sogna di diventare stilista.