MORIRE A BOLOGNA. RACCONTI DI GIORNALAI

Era grasso.Molto.Era egiziano.Tipo Tutankhamon che qui a Bologna di dice Tutankamen, con la cappa e senza la acca che non si sente (infatti la chiamano, la lettera muta).Era un regista.Si chiamano Jibril Muhammad Abdullah, ma tutti lo chiamavano Kodak.Era un fotografo.Aveva un profilo Instagram seguitissimo, 38.000 persone, molte delle quali suoi parenti.Le sue foto delle piramidi avevano fatto il giro del mondo e lui era molto felice di questo, ma da un po’ di tempo si era stancato di fotografare solo questi tipici monumenti egiziani.Aveva bisogno d’altro.Una mattina, mentre stava aspettando il suo turno dal barbiere, fu colpito da una rivista di turismo nella quale si parlava di Bologna e dell’economia della città felsinea.Il giornalista raccontava che a Bologna molte persone non lavorano e vivono di rendita affittando appartamenti a studenti della bassitalia, ma ultimamente il vento stava cambiando e con l’avvento dei locali con i taglieri (nella rivista c’erano foto di affettati coperti da un rettangolino nero, erano censurate), non affittavano più e aprivano dei bed&breskfast.Altro pilastro dell’economia bolognese era acquistare una licenza da taxista, una tabaccheria o un’edicola, imprese senza rischio di impresa che consentivano lauti guadagni.Ma anche qui il vento stava cambiando.Molto.Soprattutto per le edicole, sopraffatte da internet, sia sul fronte fake news (che una volta potevano scriverle solo i giornali), sia sul fronte youporn (e addio giornalini sozzi).“Oh vieniti a tosare” gli disse il barbiere.“I baffi li lasciamo?”Jibril annuì, del resto la sua passione per Freddie Mercury era cosa nota.Molto.E fu tosato.Tornato a casa, si collegò a internet e scrisse “vuvuvu punto iupor…” e cliccò, ma non proseguì nella visione della casalinga di Viterbo alle prese con dei cetrioli a chilometro zero.“Poveretti i giornalai bolognesi” pensò “Per colpa di queste diavolerie presto chiuderanno.E si mise a piangere.Molto.“Devo fare un documentario” pensò.E lo fece.Grazie a un volo Ryanair da 56 euro arrivò a Bologna e trovò alloggio in un Bed&Brekfast in Via Massarenti, vicino alla parrocchia di Santa Rita.Per alcune settimane fece foto spettacolari dei giornalai e delle edicole che chiudevano.Era contento del suo operato.Molto.Un po’ meno i suoi fan di Instagram che in privato gli chiedevano “Allora? È da un po’ che non posti delle foto di piramidi. Non ti sarà mica passata l’ispirazione eh?”“Macché piramidi d’Egitto” rispondeva lui con un copia incolla.Un pomeriggio di maggio, durante la benedizione delle automobili alla parrocchia di Santa Rita, scattò alcune foto e fu notato da una certa Zora.“Ciao” gli disse la tipa “Soccia che macchina fotografica lunga… deve shcattare proprio delle belle foto eh”“Sì” disse l’egiziano “Ma io mi occupo d’altro”“E di cosa? Sce non schono indiscreta?”Jibril le spiegò che stava facendo un reportage sul dramma dei giornalai a Bologna e la cosa interessò tantissimo Zora che per fare l’introdotta le disse “Ma allora devi andare a intervistare Carella, a porta Schan Vitale. Lì da lui passhano tutti, io lavoravo lì vicino e delle shere ho visto anche Lucio Dalla”“Ah” disse Jibril , che non aveva idea di chi fosse Lucio Dalla.Zora proseguì “Devi sapere che ‘sto giornalaio è un regista. Ha delle telecamere dappertutto e delle volte arriva della gente fatta come te che lo vuole rapinare, ma lui li affronta e li fa sempre arrestare. Oh, che rimanga tra noi, ma per me quei video lì shon finti. Lui usa degli attori per fare della propaganda, perché poi adesso che non fa più politica è diventato uno YouTuber e allora shai anche te”“Cosa dovrei sapere?”“Non lo sho, ma shai anche te. Scolta ti fermeresti qui in parrocchia a mangiare delle tagliatelle, delle crescentine e delle salsicce nei piatti di plastica? Poi magari vieni shu in casa mia che ti faccio vedere la mia gatta. L’ho presa al gattile sai?”.Jibril declinò l’invito e si fiondò nel bed&breakfast a cercare informazioni su questa edicola aperta 24 ore su 24.E gli si aprì un mondo.A mezzanotte decise di far visita all’edicolante.“Farò finta di rapinarlo” pensò.Arrivato a porta San Vitale vide il giornalaio.Si avvicinò alla guardiola con la fotocamera in mano.“Mani in alto questa è una rapina” disse sorridendo.“Cazzo ridi” disse il giornalaio che uscì dalla guardiola per affrontarlo a mani nude.“Cazzo riprendi?” e gli mostrò la mano a forma di pugno “Lo vedi questo? È fratello di questo”.Inevitabile prendere una “noce”.Forte.Jibril capì che era meglio fuggire e fuggì.Finì sotto a un autobus e non ci fu nulla da fare.Tutta la scena fu ripresa dalle telecamere delle edicole e fu postata su YouTube.In poche ore ottenne 599.099 visualizzazioni.E commosse il popolo della rete.