RICORDANDO MIO PADRE, PAOLO VILLAGGIO

RICORDANDO MIO PADRE, PAOLO VILLAGGIO

Oggi papà, Paolo Villaggio, avrebbe compiuto 85 anni, se non ci avesse lasciati il 3 luglio di quest’anno. Voglio ricordarlo con un episodio della mia infanzia, al quale sono particolarmente legata. Mio padre era un folle ed è la cosa che mi è sempre più piaciuta di lui. Mi sonospesso scontrata con lui ma ero affascinata dalla sua follia, dal suo modo,assolutamente originale, di guardare il mondo e di vivere la vita. Era una personaparticolarmente curiosa che si buttava con passione in tutto quello che faceva. Houn ricordo con lui che mi piace molto, uno dei primi. Era una notte di tanti anni fa,nei mitici anni ’60, io ero piccolina, lui non era ancora famoso e doveva fare unaserata in un locale in Emilia Romagna. Siamo partiti di sera in macchina e c’eraanche mia madre. Siamo arrivati in questa balera o night in mezzo al nulla che eranotte fonda, o almeno così a me sembrava. In lontananza si vedevano solo le luciarancioni della strada. Io avrei dovuto dormire in macchina ma non mi volevoaddormentare. Ero come lui in questo, non volevo mai andare a dormire, mi piacevastare sveglia fino a tardi già da piccola esattamente come a mio padre che era unanimale notturno. Io ero eccitata per la situazione anomala per una bambinapiccola o forse sentivo la sua eccitazione prima di andare in scena. Così mi hannoportato dentro. Era un locale fumoso e lui si è salito su un palchetto e haintrattenuto le persone, ha fatto il suo spettacolo di cabaret come faceva a Genovaalla Baistrocchi. Il posto era affollato e tutti lo stavano a sentire e ridevano. Poisiamo ripartiti e a quel punto mi sono addormentata in macchina. Ricordo che erabello e intenso stare con lui, sentirsi insieme. Quella notte mi sono sentita partecipedel suo mondo, del suo modo di essere. E forse proprio quella notte ho capito ilfascino enorme che mio padre esercitava su di me.