IL MISTERO DELLA NON SCELTA DI SALVINI
Leggo in giro ogni genere di ipotesi per spiegare le ragioni “che hanno spinto Matteo Salvini a far chiudere la finestraelettorale di luglio che avrebbe consentito il voto a settembre e permesso alla Lega di tradurre in seggi parlamentari il primato conquistato alle Europee”, come scrive G. S. Aletta. Pare che i leghisti stessi non lo capiscano, a cominciare da Giorgetti, Zaia e Fontana, che vorrebbero la crisi subito. Così come la vorrebbero Confindustria e il Pd, gli uni per togliersi dei pericolosi ecologisti di torno, gli altri per sbarazzarsi della concorrenza prima possibile. Le spiegazioni che leggo in giro sono delle più varie, spesso divertenti. Penso che forse la piccola riflessione di un vecchio giornalista politico possano servire quantomeno ad aiutare a capire. 1) Salvini se va a elezioni potrebbe non ottenere la maggioranza assoluta dei seggi, dovrebbe chiederli alla Meloni. Ora, FdI non è affatto d’accordo con le autonomie differenziatre, si tratta di una palese iniziativa secessionista, il vecchio sogno della Lega che cova ancora sotto la cenere. La Lega NON E’ UN PARTITO NAZIONALE, ma localista e identitario, la trasformazione è soloapparente, andate a sentire i leghisti del profondo nord. 2) Anche se ottenesse la maggioranza assoluta in parlamento, non avrebbe quella rele, Salvini quindi non può avviare da solo l’autonomia differenziata perché avrebbe comunque la maggioranza del Paese contro, da sinistra a destra. Ricordo che anche i lombardi non sono così a favore, hanno votato solo il 38% degli aventi diritto. Se vuole ottenere qualcosa per lui è meglio rimanere coi 5 stelle. 3) Sul piano internazionale un’alleanza con FdI, erede del neofascismo, implicherebbe un governo fortemente orientato a destra, difficilmente sarebbe ben visto a Washington, Trump stesso sarebbe imbarazzato con Roma. In Europa andrebbe peggio ancora, Roma precipiterebbe in un isolamento duro e totale, di fronte al quale quello odierno sarebbe rose e fiori. La presenza di FdI fornirebbe il pretesto di un cordone sanitario antifascista che va da Berlino a Londra, passando per Parigi, Londra, Madrid, Atene, Benelix, etc. E potrebbe risentirne il nostro commercio estero. Non avrebbe alcuno sconto, né da Bruxelles, né tanomeno dallo spread. 4) Salvini subirebbe attacchi concentrici da tutte le parti, avrebbe l’Occidente e tutti i partiti contro, nessun alleato da nessuna parte al mondo, salvo Orban, esporrebbe gravemente il partito a un quotidiano massacro mediatico peggiore di quello attuale contro il Governo Conte. Quanto potrà andare avanti in simili condizioni? Oggi gode di migliore stampa in odio ai 5 stelle, ma domani i 5 stelle potrebbero recuperare i voti perduti e in uscita dalla Lega. Cui prodest? 5) La politica antiimmigrati e quella pro ordine pubblico, che a dire il vero deve ancora iniziare per le molte difficoltà di attuazione e consenso, può permettersela con il 17 per cento dei 5 stelle, non con FdI, che raccoglie appena il 7%. 6) Salvini per reggere con un governo monocolore dovrebbe trasformare la Lega in un partito di centro e rinunciare a molte prerogative leghiste.
