E SE LA SINISTRA RIPARTISSE DA ABOUBAKAR?

Chi lo ha visto parlare in tv ha pensato che forse una sinistra in Italia esiste ancora, e che esistono ancora uomini che per i valori di sinistra continuano a battersi. Così è partita la campagna sui social: «Che la sinistra riparta da qui». Ripartire da qui significa ripartire da Aboubakar Soumahoro, 38 anni, nato in Costa d’Avorio e cittadinanza italiana, laureato in sociologia e dirigente dell’Unione sindacale di base (Usb), collega e amico di Soumayla Sacko, 29 anni, bracciante maliano anch’egli impegnato nel sindacato. Sacko è stato ucciso con un colpo di fucile alla testa il 2 giugno mentre, in una fornace abbandonata nei pressi di San Calogero (Vibo Valentia), con due amici cercava lamiere per sistemare una delle tante baracche della tendopoli di San Ferdinando, in cui soggiornano i braccianti impegnati nei campi della piana di Gioia Tauro, «disumano accampamento degli immigrati» come è stata definita dal presidente della Regione Calabria Mario Oliverio. Per quell’omicidio i carabinieri hanno arrestato un agricoltore 43enne del posto, Antonio Pontoriero. Secondo l’accusa avrebbe sparato “agli intrusi”. Aboubakar Soumahoro è stato intervistato da Diego Bianchi nella puntata di venerdì di Propaganda Live su La7. Lui, faccia da ragazzo e un gran sorriso, ha risposto con ironia ai complimenti: «Mi fai diventare rosso» gli ha detto con una battuta. Ma si è fatto serio quando ha spiegato che un bracciante ha diritto a una casa e a una vita dignitose. E non può lavorare 14 ore al giorno e ritrovarsi con una busta paga di 50 euro mensili; o licenziato se protesta, perché se lo licenziano gli tolgono il permesso di soggiorno, e senza permesso di soggiorno si entra in clandestinità. «I diritti umani sono violati. Il migrante è povertà e sfruttamento, è marginalizzazione. E questo diventa “cultura” nella società. Ma a essere sfruttati sono tutti, stranieri e italiani. I braccianti sono braccianti a prescindere dal colore della pelle» ha sottolineato Aboubakar, che ha anche citato Giuseppe Di Vittorio, tra i più autorevoli sindacalisti del secondo dopoguerra: «Se vivesse ancora, sarebbe con noi per rivendicare uguale lavoro, uguale salario. Come diceva, non ci si toglie mai il cappello davanti a un padrone». Poi Aboubakar Soumahoro ha affrontato la domanda più difficile. Dove ha fallito la sinistra, gli ha chiesto Diego Bianchi, e cosa dovrebbe fare per invertire la rotta? E lui: «Mi verrebbe da rispondere, cos’è la sinistra oggi?». E ancora: «Se mi chiedi cosa è oggi la sinistra nel campo dell’immigrazione, ti rispondo che ha avuto le stesse identiche politiche del centrodestra. Se mi chiedi cosa è oggi la sinistra sul piano della redistribuzione della ricchezza, basta rivolgere la stessa domanda ai giovani, che risponderanno che la sinistra ha fatto le medesime politiche del centrodestra. E’ una sinistra che non riesce a dare dignità e prospettive. Una sinistra non c’è. E che va ricostruita a partire dai luoghi e dalle contraddizioni sociali, mettendo insieme soggetti diversi che non devono entrare in guerra tra di loro, ma devono essere accompagnati dai bisogni comuni. Bisogna partire dalle periferie, dalle aree rurali, da quei luoghi sperduti sui quali i riflettori non si accendono, almeno fino a quando un lavoratore e sindacalista non viene fucilato. La sinistra cos’è se non c’è in quei luoghi?». Le considerazioni non hanno risparmiato il governo. «Si deve ricordare di una cosa: laddove le persone sono costrette a vivere nella miseria, i diritti dell’uomo sono violati». Un discorso da leader politico. Di sinistra come non ce ne sono più. Il popolo di twitter lo considera già tale. «E’ lui che voglio votare». «Le sue parole sono anche le mie». «Io lo vorrei in Parlamento. Nel centrosinistra. Ma perché non c’è, ma chi avete candidato per non lasciare spazio a gente così?». «Per la sinistra e per il sindacato c’è ancora speranza, finché nasceranno uomini come lui». Uomini come Aboubakar Soumahoro, che 17 anni fa con un visto turistico ha preso un aereo che dalla Costa d’Avorio lo ha portato in Francia. Da lì è arrivato in Italia, in Campania, dove aveva amici che già lavoravano nei campi. E ha deciso che il suo compito era battersi per gli ultimi, come la sinistra dovrebbe fare e non fa più. A Propaganda Live Diego Bianchi gli ha detto: «Il tuo è il più bell’intervento di sinistra che ho sentito negli ultimi tempi». Lui ha sorriso di nuovo poi gli ha risposto che sta organizzando due grandi manifestazioni. La prima si terrà il 16 giugno a Roma sul tema delle disuguglianze sociali. La seconda il 23 giugno in Calabria per chiedere lavoro e salario dignitosi «e verità e giustizia per Soumayla Sacko».