EUROPARLAMENTO. SISTEMATICO ABUSO DEI RIMBORSI EUROPEI

L’Unione Europea dà, e i partiti prendono. Niente di strano. Un’inchiesta dell’Ufficio antifrodedell’Unione europea (Olaf)pubblicata oggi suRepubblicaperò, spiega come nell’europarlamento ci sia stato un “sistematico” abuso dei rimborsi provenienti da Strasburgo per la realizzazione di progetti politici locali. Al centro dell’inchiesta, i maggiori partiti euroscettici e populisti. Gli stessi che hanno cercato nell’eurozona e nell’euro quel capo espiatorio per i fallimenti delle rispettive politiche nazionali; i “seguaci” del giustizialismo e del nazionalismo di Trump e Putin; gli “anti-Bruxelles” perché burocratica, antidemocratica e non-sovranista. La mappa tracciata daRepubblica,parte dalla Francia per arrivare nell’est Europa con la Polonia. Italia. Movimento 5 Stelle; Lega Nord; Forza Italia; ed ex PD. Sono queste le sponde politiche a cui appartengono i membri al centro dei dossier. Tra le fila del M5S, spuntano i nomi delle eurodeputate Daniela Aiuto e Laurea Agea. La Aiuto, avrebbe ricevuto migliaia di euro per coprire i costi di alcune ricerche successivamente rivelatesi fotocopia di Wikipedia e siti web simili. La seconda invece, avrebbe utilizzato i fondi come stipendio per un imprenditore assunto come suo assistente per le politiche europee, ma di fatto consigliere per le attività comunali dell’europarlamentare. “Ho deciso di sospendere momentaneamente la collaborazione in corso – ha poi precisato la Agea – per approfondire i termini dell’inchiesta di cui, al momento, non ho informazioni, per permettere alle autorità competenti di svolgere serenamente i dovuti controlli e per non esporre il mio collaboratore ad inutili strumentalizzazioni”. Sotto accertamento dell’Olaf, si trova anche Laura Comi, FI e vicepresidente del Ppe. Nel mirino, l’assunzione della madre, Luisa Costa, come assistente parlamentare dal 2009 al 2010. L’europarlamentare si è poi difesa incolpando il commercialista e la mancanza di attenzione nei confronti della vicenda. “La possibilità di scegliere un familiare come collaboratore era permessa fino al 2009 – ha spiegato l’interessata – con un periodo transitorio di un anno, come mi aveva spiegato il mio commercialista. Solo dopo molti anni, cioè nel 2016 vengo a scoprire che questa possibilità era stata esclusa dai regolamenti parlamentari.Sto restituendo la somma che viene contestata (126 mila euro) con una detrazione che ogni mese mi viene prelevata direttamente dallo stipendio”. Sotto osservazione, anche l’attuale viceministro dei Trasporti Riccardo Nencini. Europarlamentare dal 1994 al 1999, a cui Strasburgo aveva chiesto la restituzione di 455 mila euro per viaggi non regolari e contratti ad alcuni assistenti.“Per l’ennesima volta vengo tirato in ballo sugli ‘italiani sotto inchiesta’ al Parlamento Europeo – ha detto il viceministro – e invece non solo non sono sotto inchiesta, ma sono stato da tempo assolto dalla Corte di Giustizia”. Il segretatrio del Psi ha poi continuato, accusando la lentezza e la superficialità della burocrazia e dei controlli in merito. L’ex europarlamentare PD, ora Mdp, Antonio Panzeri, risulta invece sotto accusa per una somma di circa 83 mila euro per viaggi giudicati non idonei al rimborso e alcuni finanziamenti legati alla sua associazione, “Milano Più Europa”. Francia. Ancora sotto accusa il Front National. Dopo la vicenda dei giorni scorsi legata agli assistenti pagati dall’Europa ma in forza a Parigi, Marine le Pen si trova nuovamente a rispondere dei contratti dei suoi assistenti. Questa volta però, al centro ci sono i big del partito nazionalista francese. Le autorità europee infatti, stanno indagando sui contratti legati al suo compagnoLouis Aliot, e il suo braccio destro Florian Philippot (già consigliere del padre e fondatore del partito Jean-Marie le Pen). Inghilterra. Un milione di euro. Questa è la somma che Nigel Farage, e il suo partito Ukip, deve restituire alle casse europee. Sotto inchiesta, i contratti di molti dei suoi assistenti, tra cui la moglie Kirsten Farage; lavoratori fantasmi a Strasburgo. L’accusa più grave tuttavia, riguarda l’utilizzo dei rimborsi europei. Il co-autore della Brexit infatti, avrebbe reindirizzato i fondi destinati a programmi di politiche europeiste, per il sostentamento e il rafforzamento della campagna politica per il referendum dello scorso giungo. Polonia. Jaroslaw Kaczynski, il fondatore del partito Diritto e Giustizia e pedina importante nelgoverno guidato da Beata Szydlo, secondo l’Olaf usava la signora Bozena Mieszka-Stefanowska, già assistente dell’eurodeputato Tomasz Poreba, come badante della madre scomparsa nel 2013.