UN 90ENNE RUBA UN TIRAMISU’ AL SUPERMERCATO. L’UMANITA’ A DUE FACCE

UN 90ENNE RUBA UN TIRAMISU’ AL SUPERMERCATO. L’UMANITA’ A DUE FACCE

La vicenda è una storia che si ripete, il solito triste cliqué: c’è qualcuno che ha fame ma non ha i mezzi sufficienti, allora tenta il colpo, la grande rapina, il colpaccio da consumato criminale…Solo che invece di assaltare una banca sullo stile old west o tentare una “spaccata” da Bulgari, ripiega su un tiramisù da rubare con destrezza inusitata al supermercato. Il “terribile vecchiaccio” armato di coraggio e di disperazione penetra furtivamente nel supermarket e mischiandosi ai clienti, adocchia una vaschetta di tiramisù, se la infila sotto il maglione e prova a superare le casse, ma la solerte cintura della Security, lo blocca e si provvede ad avvisare le Forze dell’ordine. L’anziano cosa può fare o dire a sua discolpa? Ammette che aveva un gran desiderio di mangiare un tiramisù, un dolce, qualcosa che gratificasse evidentemente la sua “indigenza”. Dice di non avere denaro, ammette di essere povero e si scusa.All’arrivo degli agenti di polizia del commissariato Colombo però la vicenda prende un corso diverso da quello ipotizzabile, i poliziotti ascoltano l’anziano che è in evidente stato di fragilità emotiva e prendono la giusta decisione, una scelta d’amore e comprensione, l’unica che il sentimento e il cuore possa dettare.Niente galera per lui, nessuna condanna all’ergastolo per questo crimine e nessuna vergogna da sopportare al cospetto di un giudice. Gli agenti pagano al signore in difficoltà il tiramisù e pensano anche di pagargli un po’ di spesa. Poi lo accompagnano al treno che lui prenderà per tornare a casa… Tutto è bene quel che finisce bene, verrebbe da dire a conclusione della vicenda che ci riporta alle storie dei vecchi film strapacuore degli anni ’50. Invece non è vero, non va tutto bene, non si può nemmeno accettare il pensiero che un signore di 90 anni debba ricorrerre a questi mezzi perchè non dispone di un adeguato sostegno economico. Nessuno dovrebbe aver fame, nessuno dovrebbe sentirsi umiliato perchè porta delle scarpe bucate o indossa un giacchetto logoro, nessuno dovrebbe rubare del cibo, perchè rubare cibo ed essere “beccati” vuol dire portare un cartello con su scritto che si è davvero poveri, si è derelitti, significa che si è tra gli ultimi, che si è persa la dignità. Come si può uccidere un uomo? In tanti modi! Si può farlo togliendogli la vita, semplicemente, brutalmente, direttamente, però un uomo si può uccidere anche lentamente, minando la sua anima, rendendolo consapevole della sua mediocrità, ferendo ogni giorno i suoi sentimenti, fino a relegarlo tra gli “inutili”, tra coloro che sono solo un peso per la società, quelli che disturbano con la loro presenza e ci obbligano a pensare che in fondo il nostro concetto di civiltà è ancora malato e non vuol saperne di guarire. Il sentimento appare a volte un optional e gli interessi personali sono anteposti all’attenzione verso il prossimo. Ci preoccupiamo giustamente di proteggere ciò che abbiamo e quando questo viene “aggredito” corriamo ai ripari invocando l’aiuto delle Forze dell’Ordine. Ma bisognerebbe applicare quel tanto di elasticità da permetterci di valutare se davvero un anziano signore possa costituire un pericolo per un supermercato che butta al macero centinaia di quintali di merci all’anno perchè le confezioni sono ammaccate o perchè i prodotti sono prossimi alla scadenza ma non transige per una vaschetta di merdoso tiramisù.