BREXIT. I LORD RESPINGONO LA LEGGE, DI NUOVO

BREXIT. I LORD RESPINGONO LA LEGGE, DI NUOVO

DI ALESSANDRO ALBANO (nostro corrispondente da Londra) Londra. In una Camera che ha registrato la massima affluenza dal 1831 (dati del Parlamento), i Lord hanno votato contro la legge sulla Brexit. In poco meno di una settimana, il governo May vede la seconda sconfitta alla Camera. In precedenza, l’emendamento a favore del mantenimento dei diritti comunitari per i cittadini europei; ora, i Lord hanno approvato un piano per dare ai Comuni l’ultima parola dopo le negoziazioni tra Bruxelles e Londra, tra due anni. Anche il disegno di Theresa May, prevedeva un voto finale; ma si limitava nella semplice scelta di un sì o di un no. Il piano passato alla camera, prevede invece l’apertura del dibattito parlamentare ed il conseguente voto. Tredici i conservatori che hanno votato per il “meaningful vote”. In totale, 366 i favorevoli e 268 i contrari. Tra i dissidenti Tories, Lords Heseltine, che prima del voto ha avvertito i colleghi parlando di “un’importantissima decisione per un periodo di pace”. Ha poi aggiunto: “Questo emendamento assicura, in forme legali, l’impegno preso dal governo. Assicura che il Parlamento sia il custode della nostra sovranità nazionale. Assicura che quest’ultimo abbia il ruolo fondamentale nel determinare il futuro delle giovani generazioni”. Ancora una volta, la parola torna ai Comuni; dove la legge era già stata approvata con un’ampia maggioranza lo scorso febbraio. In parlamento, una buone parte del partito labourista e dei liberal-democratici infatti aveva infatti votato in linea con il partito di governo. Jeremy Corbyn, segretario del Labour, non si è mai espresso chiaramente a favore o meno dell’uscita dall’Unione; scelta che ha portato una forte incertezza sulle scelte del partito e che di fatto, lo ha diviso. Il voto dei Lord comunque, non dovrebbe provocare altro se non un ritardo nelle tempistiche. Ai comuni infatti, la maggioranza del governo è ben più ampia; e molto difficilmente voterà contro provvedimenti già largamente approvati. Con questa bocciatura, potrebbe slittare ad Aprile la notifica dell’articolo 50 prevista entro fine Marzo. Il voto, ha riacceso quel dibattito che persiste, sebbene nascosto, nella scena politica inglese. Tra chi da una parte sostiene che la Camera dei Lord sia un’ulteriore custode della sovranità democratica britannica; e chi dall’altra vede un’istituzione non rappresentativa, anti-democratica che il più delle volte non rispetta la volontà dei britannici, e che quindi va abolita. Theresa May ha fatto sapere di voler continuare per la strada già intrapresa. Convinta che, con l’ampia approvazione parlamentare, il governo possa comunque rispettare le promesse fatte in merito alla questione; con o senza il voto dei Lord. Come ha detto in seguito, “è meglio non avere accordi, che uno cattivo”. La paura, è il rallentamento dell’inizio dei negoziati con un Europa che sembra non avere più molta pazienza.