I SOGNI NON SI DECIDONO

La donna è anziana. Si muove lentamente per la casa. Le manca il fiato. Per questo si siede sulla poltrona, mi guarda, sorride. Ci incontriamo ogni quattro o cinque ore.Come va? Che mi racconti?E che vuoi che ti possa mai raccontare, così.Che so, un pensiero, un’idea, un ricordo. O magari mi potresti raccontare cosa sogni la notte.Ma cosa vuoi che mi ricordi di quello che sogno, con tutte queste medicine che prendo. Mi sa che io non sogno più.Non è possibile, tutti sognano.Io la guardo, forse un po’ deluso. Poi sorrido. Mi siedo anch’io, sulla sedia vicina alla sua poltrona. Stendo le gambe. Metto le braccia dietro la testa. Respiro forte.Però forse un sogno me lo ricordo. C’eri tu nel sogno, diverso da adesso però. Eri più giovane e non avevi quella barbaccia bianca che ti fa ancora più vecchio. Correvi su un prato. Non come adesso che quando cammini zoppichi e le gambe ti si stanno facendo di giorno in giorno più storte. Poi ad un tratto è iniziato a piovere. Io mi sono riparata sotto un ombrello e invece tu sei rimasto a prendere l’acqua. Ne scendeva giù talmente tanta, che ti si è creata una pozza intorno. E piano piano sei stato risucchiato dalla terra, fino a scomparire. Io allora ho chiuso l’ombrello e sono andata via. E’ uscito ad un tratto il sole. Ed io ho continuato a camminare. Senza voltarmi neanche una volta a capire che fine avevi fatto.Be’, decisamente un bel sogno, direi. Magari la prossima volta però cerca di sognare qualcun altro.I sogni non si decidono. Vengono così. E poi ad un certo punto vanno.