94 DONNE UCCISE DALL’INIZIO DELL’ANNO. NON UNA DI MENO. TROPPE DI PIU’

94 DONNE UCCISE DALL’INIZIO DELL’ANNO. NON UNA DI MENO. TROPPE DI PIU’

Non una di meno. Per molte persone si tratterà semplicemente di uno slogan, ed alcuni addirittura troveranno un qualcosa di veterofemminista in questa frase, simile al famoso “io sono mia” che tanto indignò l’italiano meno che medio e più che mediocre. Mi piacerebbe scrivere di questo argomento utilizzando una terminologia scientifica, in grado di descrivere quadri patologici devianti, inerenti all’uomo, ma penso che, purtroppo, per trattare con certe profondità della mente e dell’animo umano, occorra ricorrere ad altro, ad un linguaggio efficace, diretto. Ecco perché è importante che non ce ne sia una di meno, di donna. Non un’altra sottrazione come si trattasse di semplice matematica. Lo sappiamo bene che, per molti di voi si tratta di possesso, e quindi la donna moglie amante sorella madre cessa di avere una propria identità, ma non è così. Lei, quella che umiliate verbalmente, quella che apostrofate come puttana rompicoglioni lamentosa insoddisfatta, non è vostra. Lei, quella che picchiate insultate terrorizzate schiacciate rinchiudete, non è vostra. E non provate a dire che anche alcune donne sono geloso, che controllano il telefono, che guardano con sospetto, perché quello è il ruolo che ognuno di noi sceglie di interpretare nella partita amorosa, e non riguarda il sesso del partner perché gelosia e sfiducia sono paritari, attecchiscono in chiunque, anche tra persone dello stesso sesso. Non una di meno. Lo so che è difficile da capire per chi usa la violenza, abusa di un amore cieco, stupra mente ed anima e cuore e fisico di chi ha accanto, o di chi vede passare per strada. Perché una donna si uccide anche stuprandola, e non vi fate illusioni, non è un tanga a consentirvi di abusare di una donna, non vi create alibi, siete malati, siete schifosi, sareste da stuprare voi, e poi vediamo se vi piace. A voi che avete violentato quella turista in albergo a Sorrento e poi vi siete vantati su whatsApp, non auguro la stessa sorte alle donne delle vostre famiglie, vittime già del semplice fatto di esservi contigue o consanguinee, no, quella sorte la auguro a voi, in una cella buia di un carcere, sottoposti alle amorevoli cure di qualche toro scatenato in cerca della fidanzatina. A voi che molestate con frasi e apprezzamenti e poi criticate gonne corte e visi truccati, ipocrite parodie di uomini, non posso augurarvi che di ricordarvi che sotto quegli abiti che osservate con sguardo allupato esiste una persona, che ha diritto di fare e agire e vestirsi come gli pare, come cazzo gli pare. Una donna, guarda caso, può avere gli stessi istinti di un uomo, la stessa voglia, lo stesso desiderio, ma deve decidere lei, questo non vi entra in testa ma solamente nelle mutande troppo strette che vi tolgono ossigeno al cervello. Non una di meno, non ne vogliamo una di meno, bastano già le 94 donne uccise dall’inizio dell’anno, e purtroppo non possiamo contare gli abusi, le botte, le offese. Le sopravvissute al martirio per amore sono ancora troppo poche, non si denuncia per paura, il terrore di ritrovare la persona sulla propria strada, sulla porta di casa, sul proprio corpo. Sopravvissute ad un uomo violento. Non vi vergognate davvero? Vi sentite così forti? Così potenti nel terrorizzare una donna? Ridete con i vostri amici quando fate scappare una ragazza con le vostre battute pesanti e volgari? Voi non capite neanche cosa significhi non una di meno, ma sinceramente di gente come voi non sappiamo che farcene, l’importante è isolarvi, fare in modo che tutti sappiamo quale pessimo esperimento genetico siete, quale fetido risultato del brodo primordiale siate. L’importante è che noi si sia sempre uno di più.