CASE VACANZE IRREGOLARI: IL PROBLEMA SI RIPRESENTA A OGNI ESTATE
Estate, voglia di mare, voglia di relax… magari senza gli orari imposti dagli hotel, dove non ci si può svegliare troppo tardi altrimenti si digiuna, e non ci si può attardare per un aperitivo in spiaggia altrimenti si perde la cena. Per questo, sempre più turisti scelgono la soluzione, più flessibile (ed economica) dell’appartamento o della casa. Tutto bellissimo, se non ci fosse un però: una casa vacanza su due, in Italia, è affittata irregolarmente. Secondo un controllo effettuato in questo mese di agosto dalla Guardia di Finanza, su 895 appartamenti in località balneari, di montagna o nelle città d’arte, 539 sono irregolari e, di questi, 450 sono risultati affitti in nero. A Taormina sono stati addirittura individuati dei Bed & Breakfast completamente sconosciuti al Fisco. Chi li gestiva non aveva dichiarato oltre 130 mila euro.Come trovarli? Semplice: annunci su siti che mettono in contatto privati, foglietti in giro per le città, social network. Gli immobili che vengono pubblicizzati su Airbnb, HomeAway o siti di questo tipo, almeno il problema dell’evasione non ce l’hanno, poiché è necessario pagare l’intero importo con carta di credito, e quindi a fine anno i proprietari devono dichiararne i proventi.La Guardia di Finanza combatte da anni contro gli affitti estivi illegali: già nel 2017, ne “La Stampa” di Imperia e Sanremo si leggeva: “Scatta un giro di vite per gli affitti in nero delle cosiddette case vacanza, spuntate come funghi anche in Riviera, tanto da fare concorrenza (sleale) al tradizionale sistema ricettivo.” Pare invece che il problema non sia ancora stato risolto. Dall’1 giugno 2017 si può applicare la cedolare secca del 21%, sostitutiva di IRPEF e imposta di registro. Gli intermediari dunque sono ora molto più controllati, poiché devono (dovrebbero?) inviare all’Agenzia delle Entrate comunicazione per ogni nuovo contratto breve stipulato, pena una sanzione da 200 a 2 mila euro, e trattenere loro stessi il 21% che poi verseranno sui proventi dell’affitto.Ma pur di non pagare le dovute tasse, molti preferiscono continuare con gli affitti “in nero”. Le regioni dove quest’anno si sono registrati più casi di irregolarità sono Puglia, Toscana e Lazio. Ovviamente in tutto questo i più imbufaliti sono gli albergatori, che vedono volatilizzarsi una consistente parte di clienti. Nel 2017, presa dalla disperazione, la Federalberghi ha addirittura inviato ai Comuni liguri l’elenco degli alloggi turistici che ha trovato in rete, con tanto di mappa. Della serie: se non ci pensate voi, ci penso io.Il problema degli affitti irregolari non è solo dell’Italia: a Barcellona l’anno scorso sono fioccate multe di 30’000 euro, e nelle Baleari il problema più grande è che i locali non trovano più appartamenti dove vivere. A Palma di Maiorca gli affitti sono volati alle stelle, poiché i proprietari preferiscono guadagnare dodici o tredicimila euro affittando il proprio immobile sei mesi che tenerlo parcheggiato a 500 euro al mese tutto l’anno. Per questo hanno deciso di regolarizzare il tutto, dando multe altissime e seminando un po’ il terrore nell’estate del 2017. Molti privati hanno smesso di affittare a turisti, ma molti ancora lo fanno: ora si cerca di regolarizzare con la “zonificación”: permettendo cioè di ottenere la licenza turistica solo in alcune zone, considerate appunto dedicate ai turisti, ma non nei centri urbani.Potrebbe essere una soluzione anche in Italia: concedere (a cifre decenti) dei permessi ai privati che vogliano affittare, potendo così “schedarli” e scovare gli illegali più facilmente.
