CICOGNE E ALTRE FORTUNE DI PUGLIA

CICOGNE E ALTRE FORTUNE DI PUGLIA

Ho visto due cicogne ferme in un campo, bianche nel corpo e nere, sulla strada tra Foggia e Manfredonia, ai piedi del rilievo di Santa Lucia, laddove il Tavoliere incontra il Gargano. Un ventina di chilometri lontano dall’Oasi naturalistica Lago Salso, dove sono state reintrodotte in cattività e poi liberate.Ho viaggiato per vederle in Grecia, in Bulgaria, serene a coppie nei nidi posti su pali della luce e campanili, o a decine nei campi a caccia di cibo, ovunque mi potessero affascinare con la loro bellezza accompagnata dal mito ancestrale della nascita. E’ la prima volta che mi accade di vederle libere sulla mia terra, un tempo antico, a me negato per tardiva venuta al mondo, ve ne erano tante, si dice, poi scacciate dalla modernità.Se è vero che le cicogne portano fortuna e fertilità, c’è speranza di rinascita per questa nostra terra d’Apulia, un tempo felix. Impossibile fermarmi sulla strada, il traffico intenso mi ha impedito di fotografarle, ma la loro immagine resterà impressa nei miei occhi, per sempre.Ancora, due giorni avanti, immersi nelle vicine paludi sipontine, ancora Parco nazionale del Gargano, ho contato un centinaio di fenicotteri rosa, mai visti tanti in una volta, neanche nelle lontane lagune sarde, uccelli eleganti, leggeri, surreali, con movenze di danza e rimandi ai paradisi africani, loro casa d’inverno. Federico II, gran cacciatore, sosteneva che chi vede un airone trova un tesoro. A me bastano quelli incontrati e colti con un clic.