L’INVIDIA CONFORMISTA E L’IMPORTANZA DI ESSERE AUTONOMI
Pranzo, locale pugliese, mangiamo pucce ripiene di ogni ben di Dio. Un amico che è con noi si macchia la camicia. Improperi vari, ma il miglior modo per far comunella nel piccolo locale. Una signora gli chiede se sa come fare per lavarsi la macchia. Un po’ di imbarazzo, è chiaro che non ne sa quanto lei. Si scatena un’accesa discussione su come far andar via la macchia tra sapone di Marsiglia, lavapiatti e detersivi vari. Risolta la questione macchia, si passa subito ai rapporti di coppia. A chi stira, a chi lava, a chi si prende cura della casa tra uomo e donna. La signora ci racconta che suo figlio, sposato, fa tutto da solo. Stira, lava, pulisce. Cioè tutto quello che ognuno di noi uomini dovrebbe saper fare, ma che in questo Paese è relegato quasi sempre, come se fosse normale, alle donne. A quel punto, un’altra signora – perché diciamocelo, ci sono persone che quando trovano persone migliori di loro gli scatta sempre questo meccanismo di invidia conformista – esclama “e sua moglie, scusi, che fa, niente?!”. Una frase pelosa, di quelle che anziché far passare una cosa come giusta e bella, ti prende a braccetto e ti porta a sussurarti nell’orecchio “ma perché non lo fa lei? perché sua moglie lascia quel poveretto a fare tutto in casa? lei guarda la tv mentre lui pulisce, lava e stira?”. Vi assicuro che era quello il senso. Io avrei risposto brutalmente, mi stavo già un po’ irritando. Avevo già due opzioni: scegliere tra un serafico “non sono affari suoi” a un più articolato “cara signora, se lei fa la sguattera è perché ha un stronzo maschilista come marito, se mia nuora è felice è perché ha un marito normale”. Invece la signora, con calma invidiabile, dà una risposta bellissima. Non solo e non tanto la giusta rivendicazione di una parità tra generi, ma qualcosa di ancora più grande: “Vede signora, sono stata io a educare così mio figlio. E gli ho fatto il regalo più grande che potessi fargli: gli ho insegnato ad essere autonomo, a non dipendere da nessuno. L’ho fatto perché un uomo non dovrebbe sposarsi per cercare una seconda madre o, ancor peggio, una donna di servizio. Un uomo autonomo si sposa solo per amore. Infatti ha trovato l’anima gemella, è padre di due bellissime bambine e marito di una donna splendida. Sono felici. E io con loro”.
