VIA D’AMELIO E’ STATA UNA CAPORETTO DELLA REPUBBLICA
Vivo vicino al luogo dell’attentato a Paolo Borsellino, ma ieri non ero li. Dopo alcuni giorni di riflessione, non mi sono sentito di partecipare alla commemorazione, mi sapeva di liturgia ufficiale. Ad un certo punto da casa ho sentito levarsi le note dell’inno nazionale. l’inno dello stato italiano. Non ho potuto evitare di pensare che fossero fuori luogo: ieri sono state rese note le motivazioni delle sentenze sulla trattativa Stato – mafia. Mi chiedo se in via D’Amelio non debba evitarsi di suonare l’inno nazionale fin quando chi, dello Stato, ha tradito la fiducia di tutti non sia individuato e punito. Via d’Amelio è stata una Caporetto della Repubblica, in cui un Uomo che faceva il suo dovere, consapevole dei rischi che correva, è stato ucciso a causa di uno Stato imbelle. Mi piacerebbe risentire l’inno nazionale in via d’Amelio solo nel nel momento in cui i vertici dello Stato possano guardare francamente negli occhi i congiunti di Paolo Borsellino e dirgli che la giustizia – dovuta soprattutto a loro – si è compiuta. Per questo mi sento di ringraziare chi – a rischio di tranquillità, carriera e vita – continua a fare il suo dovere, anche quando la strada si fa più impervia perché deve dubitare anche dei propri compagni di strada.
