L’ASSASSINIO DI ADAMOWICZ A DANZICA, RIGUARDA NON SOLO LA POLONIA, MA TUTTA L’EUROPA

Non sappiamo ancora cosa accadrà nei prossimi giorni in Polonia, dopo l’omicidio del sindaco di Danzica Pawel Adamowicz, ucciso a coltellate durante una serata di beneficienza. L’aspetto che però prende sempre più forma e che si sia trattato di un delitto politico. Con un responsabile più o meno diretto: il partito di governo Diritto e giustizia diJaroslaw Kaczynski. Lo conferma anche Lech Walesa, il leader storico di Solidarnosc, che parla senza mezze misure di un ‘atmosfera pesantissima nel suo Paese, fatta di ricatti, intimidazioni, minacce di morte , leggi liberticide. Era in effetti inevitabile che il clima d’odio alimentato quotidianamente dall’estrema destra ultra reazionaria di Diritto e Giustizia, avrebbe portato presto alla follia del gesto più che al gesto di un folle. Già, perchè subito era stata accreditata la tesi dell’omicida con disturbi mentali. La stessa tesi che era stata impalcata per la strage compiuta circa un anno fa dal leghista Luca Traini, che paradossalmente contribuì a far ottenere al partito di Salvini uno strabiliante 17 per cento alle elezioni del 4 marzo scorso. Ma al processo di primo grado, l’ipotesi della malattia mentale di Traini, era stata respinta. Lo stesso ,vedrete, accadrà a Stefan W, il giovane assassino del sindaco più amato della Polonia. Nonostante la lunga militanza nel partito centrista Piattaforma civica, Adamowicz era uomo culturalmente aperto, dall’anima progressista, sempre in difesa dell’integrazione e dell’accoglienza verso i migranti. Uomo di larghe vedute dunque , non solo ideali, ma anche economiche. Nei 20 anni vissuti da primo cittadino, Adamowicz aveva trasformato Danzica , facendola diventare un gioiello urbanistico. Il suo porto, nella terza città più importante del Paese ( anche se solo la sesta per numero di abitanti), è ora considerato il fiore all’occhiello dell’intera Polonia. Un tipo scomodo, amato dai suoi concittadini anche per la sua lungimiranza, per le sue battaglie civili ancora più convinte, dopo esser stato rieletto a sindaco da indipendente. Da allora Adamowicz aveva ricevuto minacce di morte e dava fastidio anche per la sua popolarità, per la sua forza nel mettersi di traverso contro un governo che sta ammazzando giorno dopo giorno la democrazia polacca e che in maniera occulta e subdola vuole instaurare un regime autoritario. Per farlo,Kaczynskie i suoi da quando sono al governo mettono mano alla costituzione ricevendo reprimende da parte dell’Unione Europea. E mettono mano alle libertà del popolo, minacciano, zittiscono gli oppositori come Adamowicz. Tra tutti i governi dell’Unione Europea, quello polacco in effetti è in assoluto il più reazionario. Finanche più reazionario di quello di Orban: il che è tutto dire. Fiaccolata nel centro di Danzica per il sindaco ucciso foto Ap Una Polonia che, va detto, grazie ai sostanziosi fondi europei ottenuti dal momento della sua adesione all’Ue nel 2004 e grazie anche al ‘sospetto’ rinvio del passaggio dallo zloty all’Euro, era stata la locomotiva economica dei paesi dell’est. Fino alla breve crisi del 2014- 2016: il flusso degli investimenti diretti dall’estero è sceso costantemente a partire proprio da quella data, causando una perdita, secondo i dati di Santander, di oltre 26 miliardi di euro di stock. Cosi in un momento difficile, in un Paese incattivito dal tenore di vita che aveva smesso di crescere e che aveva perso la gentilezza e l’umiltà degli anni del post comunismo quelli di Diritto e giustizia, nelle elezioni 2015, hanno avuto vita facile, stravincendo con il 37, 6 dei voti. Kaczynski si è presentato come l’uomo forte in grado di ridare ordine, prosperità e speranza. Certo, dopo il crollo del 2016, gli investimenti nelle costruzioni, nelle infrastrutture e nei macchinari si sono ripresi significativamente, crescendo del 5,4%, anche se va ricordato che per quanto riguarda i fondi europei, la Polonia prende più di quanto dà all’Ue. Una volta al governo, però, il partito diKaczynskioltre a provare a rilanciare l’economia, ha imposto la sua visione sovranista, autoritaria, retrograda. Irrispettosa di chi non la pensa allo stesso modo. Certo, la crisi è stata superata. Ma come spiega Witold Orlowski, autorevole economista polacco, intervistato dal Il sole 24 ore: «Le politiche economiche di questo governo piacciono alla popolazione, è vero: il sostegno al reddito, ai disoccupati, alle famiglie con figli, l’abbassamento dell’età della pensione sono misure popolari. Ma non so se possono sostenere la crescita oltre il breve termine, siamo sbilanciati sui consumi. Ma mi preoccupa ancora di più l’immagine della Polonia che questo governo sta offrendo, il clima generale per il business. Stiamo già intravedendo un rallentamento dell’attività con gli investimenti scesi ai minimi degli ultimi venti anni». Giusto ribadirlo, il problema più che economico, al momento è politico. Cè da chiedersi cosa accadrebbe se L’Europa chiudesse i rubinetti, stanca di foraggiare L’economia di un Paese dai chiari comportamenti fascistoidi . Per la cronaca , con Kaczynski Salvini finirà per allearsi alle Europee. Del resto, non è un mistero che le mosse politiche del segretario della Lega, assomiglino sempre più a quelle che hanno portato Diritto e Giustizia alla guida del governo polacco, con una schiacciante maggioranza. E poi: un’ Europa sovranista ed autoritaria, è o non è proprio l’obiettivo di Steve Bannon e del suo movimento trasnazionale e ultra reazionario? Ed ecco perchè, quello che sta accadendo in queste ore in Polonia, riguarda anche noi italiani. Certo, a giudicare dalla reazione di Danzica e delle principali città polacche ( 11 oltre i trecentomila abitanti escludendo i sobborghi), con manifestazioni imponenti e veglie lunghissime per ricordare Adamowicz, probabilmente molto cambierà nei prossimi mesi in Polonia. In un Paese di 37 milioni di abitanti di cui un terzo dei quali vive nelle grandi città, le cose sono destinate a cambiare. In un modo o nell’altro. O il regime verrà abbattuto oppure, come capita a tutti i governi autoritari, per restare in sella, Kaczynski e i suoi imporranno leggi ancora più liberticide, dittatoriali. Lo sapremo presto. Danzica intanto torna amaramente protagonista della scena mondiale, a 80 anni dall’invasione di Hitler, che aprì la strada alla seconda guerra mondiale, e a 40 anni dalla nascita di Solidarnosc, sindacato che contribui’ con le sue lotte a far cadere il regime comunista. Un preoccupante presagio, dunque, un disegno politico che non lascia dormire sonni tranquilli. No, meglio allora non prenderlo sottogamba, questo barbaro omicidio. Perchè riguarda la Polonia ma riguarda anche tutta Europa. Italia compresa.