GROUND ZERO, LUOGO DELL’ANIMA. PERCHÉ LE FERITE DELLA STORIA NON SONO TUTTE UGUALI

GROUND ZERO, LUOGO DELL’ANIMA. PERCHÉ LE FERITE DELLA STORIA NON SONO TUTTE UGUALI

Ci sono 3 date di cui ricordo, come tanti, cosa stessi facendo: quando rapirono Moro, il terremoto dell’Irpinia e … l’11 settembre 2001.Nel 1978 e nel 1980 ero una bambina.Quando attaccarono le Torri ero già donna, la notizia arrivò in ufficio quasi in diretta. Una tragedia così così straziante anche nei suoi aspetti iconografici che ormai quasi tutti l’abbiamo storicizzata con una data.Poco importa l’anno.“11 settembre” sembra rimbombare meno nell’anima di “Crollo delle due Torri”.Come se “11 settembre” smuova meno polvere sui detriti dei ricordi vivi associati alle Torri Gemelle ma allo stesso tempo ci costringa a ricordare da quel giorno in poi.La vita successa prima, in quell’architettura che per tanti anni era stata simbolo dello skyline di New York, è stata cancellata per sempre, congelata in una data. Una data di morte. L’ultima volta che sono stata a New York sono andata a Ground Zero. L’unica meta che avessi programmato durante il rapido viaggio in USA e per la quale avevo ritagliato del tempo dal lavoro, fuori dal giro random. Perché a Ground Zero non ci puoi capitare per caso. Devi scegliere di andarci. Non ci puoi inciampare. Come scrissi allora, quella visita mi lasciò addosso una tale angoscia che decisi di non pubblicare foto. Per molti giorni ho trattenuto solo il suono della fontana del memoriale.Mi aspettavo silenzio e raccoglimento a Groud Zero. Invece è un posto caotico, dove le reliquie sono state trasformate in gadget. Avrei voluto visitare il museo, c’era una coda chilometrica. Sono quasi scappata via: i selfie con brandelli di vita bruciata non li avrei tollerati.Mi è venuto istintivo fare il segno della croce velocemente e fuggire da quella folla. Tornando di corsa in Hotel, ho pensato alla polvere sepolta sotto il memoriale. Quella che un popolo si porta dentro dall’11 settembre. Quella che gli fa tappare le orecchie a ogni cenno di sirena. Quella polvere che non puoi non sentire un po’ addosso quando sei là.Perché non tutte le ferite della storia sono uguali. Perché non tutti i luoghi sono uguali.Ci sono i luoghi dell’anima.Che fanno parte del tuo vissuto più di altri.New York è uno di questi.