PADRI E FIGLIE

PADRI E FIGLIE

Il matrimonio del figlio di una coppia di cari amici ha aperto lo scrigno dei ricordi… _ Possibile che ancora non sei pronto?Arriva il fotografo!_ Infuriata lei , candido giglio vestito di bianco, cammina come un colonnello marciante dentro una casa che brulica di frenetiche attivita’. La sorella elegante nel suo completo pantalone e nel tacco che la giovane eta’rende insicuro e traballante, effettua gli ultimi ritocchi in una casa che deve essere perfetta. Un granello di polvere renderebbe stridente il contrasto con la bellezza dei visi,degli abiti,delle acconciature. La madre bellissima nella sua tenuta elegante. Il trucco l’ha resa misteriosa, affascinante come lei raramente l’aveva vista, occorrendole, per amarla, solo il suo sorriso. Anche in quella occasione : ultimo! Il nodo della cravatta. Il pantalone con la piega non dritta. Finalmente, dopo mascherate crisi isteriche della mamma, rimbrotti della sorella,e palesi minacce di morte della ragazza inviperita in abito bianco, pronto. Un regista provetto avrebbe detto: I due si guardano, e lo sguardo lentamente si addolcisce…il tempo si ferma, nell’aria sospesa una commozione tangibile. L’uomo guarda quella ragazza , non piu’bimba ribelle, ma fra qualche ora donna fra le braccia di colui che ha scelto, e un nodo gli affligge la gola. Sa per certo che non e’la cravatta. Lei guarda quell’uomo odiato e amato come mai alcuno in vita sua e teme che il trucco, per il quale ha sacrificato quel giorno ore di sonno, cominci a colare sotto l’impeto di lacrime anarchiche che non vogliono saperne di restare sopite. Il fotografo li trova abbracciati, nell’unico gesto che impedisce a due orgogli di estrinsecarsi e fare i soliti danni. Poi il turbinio dei gesti che supera quello delle emozioni. Un vortice di pose, sorrisi, ammiccamenti, trattenimenti di respiri. Una casa, l’ultima che la vede ragazza, che diviene compartecipe di un evento che ha reso tutti folli nei giorni precedenti. Cosi la sposa saluta il suo vecchio mondo. The hole, la sua cameretta,covo di sogni,di pianti, di confessioni, divisa con l altra meta’del cielo adolescenziale: sua sorella. Cosi’ un bouquet di zagara e roselline bianche a inebriare di profumi da lei amati il suo incedere. Quante volte le aveva salite con trepidazione, ansia, gioia, tumulti. Quasi avesse frequentato chissa’ quale scuola di galateo nobiliare. Al braccio dell’uomo che le ha dato la vita. E guarda davanti a se’, forte di un futuro che la portera’via. Taglia un nastro uscendo da casa. Sa che ne tagliera’un altro ideale entrando nel mondo del suo Noi. E il suo Paese le e ‘vicino. I vecchietti che l’hanno vista correre gioiosa sbucciarsi le ginocchia, sono li’a sorridere felici della sua felicita’. Le signore a fare gli auguri e ad avere tema di discussione per tutta la giornata , sul vestito, la pettinatura, le scarpe… Le amiche a gioire, ad accompagnare, a invidiare o a benevolmente criticare. Gli amici ad avere perso in quella piccola donna ” uno di loro” E poi il copione viene stravolto. Si dona a quei baci donati infischiandosene della parata, dei sacrifici fatti per apparire bella. E l’uomo che inizia il suo pianto irrefrenabile. In macchina mentre stringe la mano di quella figlia indomita che forse,ne e’convinto,tante volte avrebbe voluto levarla contro di lui. In Chiesa, tutta colpa di quell’Ave Maria. A scendere nell’anima come quelle lacrime che libere seguono la preghiera. Quel velo a ricoprirle il volto, a mascherare la sua bambina. Ora deve fare quel passo indietro che non sapeva gli sarebbe costato cosi’tanto. Due mani afferrano quelle di lei e non sono le sue. Tre parole di addio…mute tra loro due: Ti voglio bene. Poi l’uomo elegante, con gli splendidi occhi azzurri liquidi di lacrime gira le spalle… Un sorrisetto gli piega le labbra.” Amico mio”, pensa sadicamente….” Non sai in che guaio ti sei andato a cacciare” . Con la coda dell’occhio guarda con pieta’ il giovane uomo che sorride con amore a quella che fu la sua Bambina!