QUEL GIORNO CAPII PERCHE’ LO CHIAMAVAMO PONTE DI BROOKLYN
Un anno fa ero a San Piero di Bevagna, un terra e un mare bellissimi, ospite di amici, nella loro villetta, ad un passo dal mare. Più fratelli che amici. Aspettando gli altri per andare in spiaggia accesi la tv. Sentii per la prima volta quell’accorato: O Dio! O Dio, o Dio, o Dio Santo! Non mi raccapezzavo mentre vedevo quelle immagini di cemento, polvere e detriti che cadevano insieme a macchine, furgoni, corpi ed anime.Ma che ponte era? Il ponte Morandi diceva il servizio. Morandi, Morandi, questo nome non era nuovo. Pensavo al cantante e soprattutto a Giorgio e alle sue bottiglie metafisiche, non conoscevo l’architetto. Poi sentii Brooklyn e capii subito di quale ponte si trattava.Mi vennero subito in mente ricordi legati a quel ponte, gli stessi che si sono ripresentati stamani, alle falde del Marmolada quando ho sentito i rintocchi delle chiese di Genova e le sirene delle navi nel porto.…Avevo un po’ di paura, percorrendo quel “viadotto” sopra le case. Immaginavo la vita di formicaio che brulicava sotto quel traffico intenso. Era estate anche allora ed io ero triste. Stavo andando a Genova per vendere un mio piccolo Fattori. Una tavoletta di cavalli e soldati, una sanguigna che avevo immaginato sempre con me fino alla tomba. Ed ora la dovevo vendere, anzi svendere per tentare di salvare la mia attività di antiquario, restauratore e mercante d’arte. Le banche mi soffiavano sul collo. Guardai la tavoletta e scesi alla prima uscita. Avevo ancora tempo all’incontro del cliente. Volevo veder quel ponte dalla visuale del formicaio, lungo quel torrente, di cui ignoravo il nome, che scorreva tranquillo.Bello però! Molto bello! Ora capivo perché lo chiamavano Brooklyn . I suoi stralli rammentavano da vicino quelli del ponte americano, e sembrava davvero che accarezzasse i tetti di quelle case sotto. Mi pareva che i tetti si sentissero protetti da quella strada caotica, che dalle sponde del torrente pareva scorrere tranquilla, lassù, quasi nelle nuvole.Mi diressi verso l’appuntamento, salutai Giovanni quasi fra le lacrime, mi sarebbe mancato forte il grande Macchiaiolo. Ma era l’unica speranza per il mio lavoro.…..P.s. Sono certo che Renzo progetterà un ponte ancora più bello.Giovanni Fattori non ha salvato la mia azienda.Non trovo le foto della sanguigna, né del Morandi visto da sotto. Ma ve le proporrò appena le ritrovo, perché sono certo di averle.Quello che sento oggi sono i rintocchi delle campane. 43 lenti rintocchi.
