RACCONTINO DEL POMERIGGIO/ 4. THE KEYS

RACCONTINO DEL POMERIGGIO/ 4. THE KEYS

La ragazza nel bus mi sorride con l’aria di avere risolto un enigma. Ecco chi sono: un turista finito fuori rotta. Un balenottero piaggiato qui su questo bus. Invece di essere in piazza San Marco, o sul ponte di Rialto a comprare souvenir, invece di scattare foto al Canal Grande, invece di andare in gondola con una fidanzata, invece di essere in una crociera nelle navi a tremila posti e a tredici piani, sono qui. Nato dalla pioggia, come un fungo o una lumaca. Che mi inoltro piano piano, lasciando una bavina di incomprensibili domande. “Qual è la fermata del centro di Pellestrina?”, come se stessi parlando di Roma.È un sorriso protettivo, il suo. Capisce che non ho la minima idea di dove sto andando. I suoi occhi si fanno buoni, e vedo solo adesso che sono verdi. La bocca si fa tenerissima. È difficile dire come era bella in quel momento.“Ma Pellestrina non ha un centro, a Pellestrina non c’è niente…” mi dice con accento veneto. Si sta scusando. “Pellestrina è una striscia, non c’è niente… Ah! Però puoi andare alla chiesa, aspetta…”. Prende lo smartphone, che ha lo schermo frantumato come in un film horror, ci passa le dita sopra come se lo stesse suonando, un piccolo pianoforte che alla fine dà la sua nota: chiesa di Ognissanti. “Devi scendere alle Tre rose, e da lì si vede tutta la laguna…” dice Anna.Intanto la nave scivola verso l’altra riva. Tutto è orizzontale. Terra, acqua, erba. E poi siamo dall’altra parte. E il bus continua ad andare dritto, assolutamente dritto, senza una curva, perché c’è solo una strada dritta, una strada dritta in mezzo al niente. A destra, a pochi passi, c’è la laguna.Non ci sono strade, non ci sono case, non ci sono negozi ai lati della strada. Il sole è tornato a splendere, io ora che mi ha sorriso voglio continuare a parlarle. E le dico “ma questo posto è pazzesco: è la cosa più esotica che ho mai visto”. Lei mi guarda, aspetta che io prosegua. “C’è un posto, in Florida, si chiama The Keys, le Keys. Sono strisce di terra, proprio come qui, strisce di terra di fronte all’Oceano. Ci abitava Ernest Hemingway”, le dico. Ma chissà che cosa le arriva. Hemingway… Le Keys? Le chi? Ma che cazzo saranno? Ma mi guarda ancora sorridendo, come se dovesse proteggermi