RACCONTINO DELLA SERA /6. JOHNNY DEPP

RACCONTINO DELLA SERA /6. JOHNNY DEPP

Mi dice che anche lei non è di qui. Viene da Mestre, e sta andando a trovare suo padre, che vive lì. Lei vive con la madre. E non deve essere piacevole passare due ore della domenica pomeriggio per attraversare tutta la laguna e arrivare fino a Pellestrina, da Mestre. Ci vogliono due ore e mezza, dice. Un treno, poi una nave, poi un bus che va dentro un’altra nave.Chissà qual è la tua vita, chissà come saranno i tuoi giorni.Parliamo della Mostra del cinema, e sospiri dicendo che quest’anno non l’hai vista, e c’erano Brad Pitt e Johnny Depp. E io mi chiedo “ma possibile che i sex symbol siano sempre loro?”. Hanno l’età di tuo padre, di sicuro. Però, hanno anche l’età mia, sono tutti e due del ’63, mi sa. Sì, però per loro l’età non conta. Conta solo per me. In negativo, ovviamente.Quante ragazze, parlando, mi hanno specificato qual è l’età che deve avere il loro uomo, e quale differenza di età diviene letale per loro; però quante di loro parlano di Johnny Depp e di Brad Pitt, qualcuna di Robert Downey jr, come se fosse naturale fidanzarsi con loro, e come se loro fossero in pole position.Cara Anna, o Jennifer, il bus sta divorando questa strada dritta senza neanche un marciapiede, e prima o poi arriverà la tua fermata.Mi piacerebbe chiederti se hai tempo di prendere un caffè con me. Ma c’è il caso che non ci sia neanche, un bar, in questo paese/striscia.E poi, non vorrei ritrovarmi nel Gazzettino con un titolo a effetto: “Preso il maniaco dei bus”. Quindi decido di non dirti niente, di non proporti quel caffè. Scendo alla mia fermata, e non ti vedrò più.Mi dici “ciao”, e non “arrivederci”, mi guardi negli occhi e mi lasci una splendida versione del tuo sorriso. Mi basterà, per tutto il pomeriggio e forse anche di più.Scendo nel nulla, ai confini della realtà. A lato della strada c’è uno spazio fra due case, non la chiamerei una via. Ma mi ci infilo, e trovo un dedalo di casette dipinte a colori pastello. Non c’è una strada, ci sono gli angoli delle case che fanno delle specie di camminamenti. Un bambino gioca con una biciclettina minuscola. Panni stesi. La chiesa, ovviamente, è chiusa. Ma mi volto, e di fronte a me c’è la laguna. Bellissima. E in un angolo, un cartello: “Livello dell’alluvione il 4 novembre 1966”.