ALITALIA: UN PASSO AVANTI E DUE DIETRO, TURBOLENZE CON ATLANTIA

ALITALIA: UN PASSO AVANTI E DUE DIETRO, TURBOLENZE CON ATLANTIA

Il tempo ormai su Alitalia ha insegnato ad essere cauti, quando la strada sembra ben spianata e di agile percorrenza, per giungere finalmente ad una svolta, ecco che precipita il ‘masso’ e di nuovo è necessario fermarsi perché l’ostacolo impedisce di arrivare al traguardo. E’ così da circa trent’anni, i più critici sono stati gli ultimi quindici anni, nei quali la crisi ha imperversato in lungo e in largo, dopo le inutili speranze di una ripresa, e risorse pubbliche divorate dall’incapacità di portare a termine scelte veramente in grado di superare lo stallo e le emergenze che si sono presentate. Sembrava che l’intesa tra il consorzio formato da FS, Delta, Mef e Atlantia fosse solo una questione di mesi, e invece di nuovo spuntano cavilli e gli accordi tornano ad essere un’incognita di non facile soluzione. Ora, secondo le notizie trapelate nelle ultime ore, sembra Atlantia a non essere più convinta, e minaccia di sfilarsi dal dossier Alitalia e dagli obiettivi di rilancio della compagnia, poiché, secondo il gruppo Benetton, con le premesse attuali si potrebbe salvare temporaneamente la Compagnia, ma non ci sono le condizioni per un rilancio degno di questo nome. E in realtà sarebbe giusto ponderare e valutare, ché di errori e dissesti Alitalia non ne può davvero più. Pare sia stato il presidente di Atlantia Fabio Cerchiai a scrivere al ministro dello Sviluppo Economico Stefano Patuanelli, sottolineando che i presupposti fino ad ora creati non garantiscono che gli obiettivi possano essere raggiunti, e anzi l’evenienza dell’ennesimo fallimento sarebbe più che probabile. Tutto questo quando mancano meno di due settimane alla scadenza dei termini per l’offerta vincolante del consorzio formato da Fs, Mef, Atlantia e Delta. Frena pertanto la holding sulle garanzia più che mai necessarie per l’arrivo in porto della trattativa. Il nodo della questione riguarda il rischio di revoca della concessione Autostrade, punto fondamentale evidentemente perché il gruppo Benetton aderisca alla cordata. Secondo diversi esponenti del M5S, in particolare il viceministro del Mise Buffagni, l’atteggiamento di Atlantia sarebbe sleale e avrebbe tutta l’aria di un ricatto. C’è stato anche un vertice di Governo con i ministri interessati, e sembra sia trapelata non poca indignazione per le condizioni imposte dal Presidente  Cerchiai. La collaborazione di Atlantia finora è sempre apparsa seria e interessata al rilancio della Compagnia, ha partecipato a tutti i tavoli di lavoro per fissare una linea efficace d’interventi sul nuovo Piano industriale, studiare strategie su flotta, rotte ed esuberi, e poi quando manca pochissimo alla scadenza dell’offerta vincolante, le obiezioni mosse dai Benetton arrivano quasi come un fulmine a ciel sereno. E il 15 ottobre è sempre più vicino. Il contradditorio con Delta potrebbe essere superato circa la quota di partecipazione, ma come si è accennato in discussione ci sono le concessioni autostradali, fatte rientrare anche nella Nota al Documento di Economia e Finanza. I ministri interessati non ci stanno ai ricatti, tali sono stati definiti, i sindacati chiedono chiarimenti al più presto, e la bufera è servita. A pagarne le spese è sempre la credibilità di una Compagnia esposta a tutti i venti, ostaggio degli interessi dei corvi di turno. A gettare ombre sulla partecipazione dello Stato al rilancio della compagnia ci si è messo anche Carlo Bonomi, presidente di Assolombarda, il quale fa osservare senza mezzi termini: “La compagnia di bandiera può contare solo sull’8% del mercato con l’estero, e non si capisce la smania degli esponenti politici, da destra a sinistra, di ristatalizzarla”. Intanto Salvatore Pellecchia, segretario generale di Fit (Federazione italiana Trasporti)-Cisl sollecita un tavolo di confronto con il Ministro del Mise Stefano Patuanelli. Secondo Pellecchia si sta perdendo tempo prezioso, mentre Alitalia continua a registrare perdite non trascurabili. Nel sito ufficiale Fit-Cisl, il segretario generale commenta: “Siamo alle battute finali e adesso serve un atto di responsabilità di tutte le parti interessate Il Ministro dello Sviluppo Economico che gestisce il dossier ci dovrebbe convocare per aggiornarci sull’evolversi della situazione, visto che egli stesso ha ripetuto più volte che il 15 ottobre è il termine ultimo per addivenire a un accordo che vada in quella direzione e che questi “colpi di scena” influiscono negativamente sul buon clima organizzativo che i Commissari sono riusciti a determinare con il loro operato. Ricordiamo che stiamo parlando di 11.400 lavoratrici e lavoratori, più l’indotto, di una compagnia aerea che è commissariata da due anni. Ulteriori ritardi nel rilancio della compagnia determinerebbero danni irreversibili e per questa ragione chiederemo un maggior coinvolgimento alle lavoratrici e ai lavoratori interessati”.