COLOMBIA: GUERRIGLIERO FARC ANNUNCIA RIPRESA DELLA LOTTA ARMATA

COLOMBIA: GUERRIGLIERO FARC ANNUNCIA RIPRESA DELLA LOTTA ARMATA

Era stato un accordo di pace difficilissimo, frutto di anni di lavoro e portato avanti con la mediazione di ong, avvocati, personalità del mondo della cultura, capi di stato (il cubano Fidel Castro e il venzuelano Hugo Chavez) e persino papa Bergoglio. Ora Iván Márquez, leader storico delle Farc, il numero due dell’organizzazione, ha annunciato pochi giorni fa la ripresa della lotta armata. Il governo ha comunicato che creerà un’unità speciale per catturarlo.Si ferma così il processo di pace fortemente voluto dall’ex presidente Juan Manuel Santos. Era iniziato nel 2012 all’Avana, consentendo la restituzione delle armi da parte di 7000 combattenti e la firma del trattato a novembre 2016. Le condizioni prevedevano forme di giustizia e riparazione per le vittime di entrambi i lati, la lotta al narcotraffico, il reintegro degli ex guerriglieri nella società “in condizioni di dignità”, forme di protezione per l’economia contadina.L’obiettivo era chiudere una guerra civile che dura da oltre mezzo secolo.Nel 2018 le Farc si erano presentate con una propria lista alle elezioni presidenziali, segno di una trasformazione da movimento di guerriglia a partito politico (www.alganews.it/2017/09/03/colombia-ex-guerriglieri-farc-parlamento-gli-accordi-pace/).A vincere le elezioni, poi, è stato il superconservatore Iván Duque, delfino di Alvaro Uribe, ex presidente di estrema destra contrario all’accordo di pace, tanto da temere un riacutizzarsi dei conflitti. E pochi giorni fa – in un Cono Sur dagli equilibri in crisi per il Venezuela a un passo dalla guerra civile, l’Argentina a un passo dal default e il Brasile a una passo dalla catastrofe ecologica – Iván Márquez con otto capi ribelli ha inviato un video dalla selva in cui annuncia la ripresa della lotta armata, alla testa di un esercito di 2300 uomini. Márquez giustifica la sua scelta con il tradimento dell’accordo di pace da parte del presidente Duque. Che ne ha subito approfittato per indicare il Venezuela di Nicolás Maduro come responsabile del voltafaccia di Márquez.Prende le distanze da Márquez il suo ex compagno Rodrigo Londoño “Timochenko”, che ha portato avanti gli accordi di pace e che ha definito “un colpo basso” l’annuncio della ripresa delle ostilità.L’unico a credere ostinatamente nel processo di pace è l’ex presidente Santos, che via Twitter ha comunicato che “il 90 per cento delle Farc porta avanti processo di pace. Bisogna continuare a rispettare quanto pattuito con loro. I disertori vanno repressi con decisione. La battaglia per la pace non può essere fermata”.