HONG KONG, SE LA RIVOLTA ORFANA ORA ACCLAMA DONALD TRUMP

Rivolta infinita, e la piazza che sente odore di resa dei conti scandisce persino il nome di Donald Trump, tra gli altri impossibili aiuti. L’indifferenza di BoJo che più che all’ex colonia britannica ha da pensare al suo Regno traballante. E non non è affatto detto -spiega Michele Marsonet- che il Tanto peggio sia il Tanto meglio finale sperato dalla piazza di Hong Kong.E’ naturale che i dimostranti di Hong Kong, che continuano a godere di un vasto sostegno popolare, si appellino all’Occidente durante le manifestazioni chiedendone l’intervento per diminuire tanto la pressione diretta della polizia locale, quanto quella indiretta delle forze cinesi che stazionano nella ex colonia britannica e a Shenzhen poco oltre il confine.Quando s’invocano il suffragio universale (che non c’è), e la libertà di stampa e di espressione (finora non abolite del tutto), qualsiasi mezzo sembra lecito pur di conseguire l’obiettivo che ci si prefigge, anche se a tutti è noto che tale obiettivo è pressoché impossibile da raggiungere… CONTINUA SU REMOCONTRO: