IL DEGRADO DEL MONDO DELLA PUBBLICITÀ E L’INFLUENZA NEGATIVA SUL PAESE
Che poi andrebbe fatta una riflessione sul degrado del mondo della pubblicità. Gli spot sono diventati elementari, basici, banali, talvolta grotteschi. Mentre un tempo il mondo della pubblicità influenzava i nuovi linguaggi, il cinema, persino la letteratura. Oggi sono inguardabili. E poi ti chiedi: perché il paese è diventato questo? Perché tutto è un misero spettacolo dove vendere una mozzarella, una scatola di tonno, o celebrare un autore emergente hanno le stesse modalità e le stesse banalità. L’orrore di certa politica è solo il punto finale di un mondo di cinismi che ha messo il profitto in cima a qualsiasi cosa. C’è un passo in “Niente di personale” dove un personaggio che non vuole essere nominato dice: è stata colpa nostra. Per quel personaggio, lo dico qui per la prima volta, mi sono ispirato a Eugenio Scalfari. Riporto quelle righe. Anche per un dibattito. “È stata colpa nostra. Ma se vuoi scrivere queste parole, facili, persino ovvie, fallo senza far capire chi sono. E te lo ripeto, sono troppo vecchio ormai per avere la vanità di farmi riconoscere. Te lo ripeto: è stata colpa nostra. Abbiamo pensato che la qualità e la quantità potessero trovare un punto di incontro. Anzi, che la qualità finisse per identificarsi con la quantità, diventasse un tutt’uno. Questo ha portato e continua a portare a tragiche conseguenze, che sono quelle che hai davanti.”“Si poteva evitare?” domandai.“Non credo, ma si poteva mediare, nel senso che si poteva conservare un nucleo di saperi destinati a una nicchia di lettori che avrebbero garantito il passaggio delle competenze. Con quelle nicchie non guadagni, e quelle competenze ti costano molto. Ma anche un neurochirurgo ha competenze che costano molto, e non puoi abbassare la qualità. I film di Totò servivano a finanziare Il Gattopardo, o Ultimo tango a Parigi. Erano vasi comunicanti. Poi a un certo punto non è stato più possibile.” The advertising must go on…È davvero tutto concesso? Sono sul sito di un’autorevole testata di informazione. In homepage c’è la notizia del recupero del corpo dell’escursionista francese in fondo a un burrone. Clicco sul video e mi arriva una pubblicità sulla fibra, le nuove offerte che si associano anche alla tv, con due tipi assai comici che ridono e scherzano sulle opportunità che il mondo sta dando a loro, sul futuro e su quanto siamo felici a essere connessi. Poi subito seguono le immagini girate dal soccorso alpino, e sono drammatiche. È notte, sui bordi di un burrone, in un luogo impervio, con un ragazzo morto di dolore e di stenti. Il video di informazione non puoi vederlo se prima non vedi l’inserzione. È imprescindibile. Non è corretto. Ma accade di continuo. Gente che assapora merendine e dopo c’è il femminicidio, Famiglie felici in crociera e migranti che annegano nel mediterraneo, e via dicendo. Alcune cose vanno ripensate, specie se si fa i giornalisti. Perché i siti dei giornali non sono il farwest di “internet”, sono giornali, testate registrate, autorevoli, dirette e pensate per informare. Senza rispetto.
