IL GABBIANO DELLA LEOPOLDA, QUELLO DI BACH E QUELL’ALTRO, MOLTO PIU’ INTIMO

IL GABBIANO DELLA LEOPOLDA, QUELLO DI BACH E QUELL’ALTRO, MOLTO PIU’ INTIMO

Dovevo essere altrove stamattina. Dovevo essere a Firenze, alla Leopolda. E invece come quasi tutte le domeniche, e non solo, ero seduto sulla tazza col delfino. Credo che sia una necessità di tutti, compreso il Papa, si usa dire, ma io stamattina volevo essere altrove. Avevo già l’accredito, e da diversi giorni. Lisa si era quasi imposta. Poi due nostri grandi amici ci hanno fatto vedere le file dei giorni scorsi. Lisa non se l’è sentita più. E’ stanca in questo periodo e quelle file lunghissime non si sentiva di affrontarle. Ancora dormiva, mentre io ero in bagno. Mi dispiaceva, avrei voluto esserci, in particolare quest’anno. Mi piaceva quel simbolo, quel gabbiano in volo. Già, il Gabbiano, un uccello che solca i venti e lambisce le onde, sempre in volo, instancabile. Proiettato nel futuro. Per la verità, chi come me, sta in una terra lontano dal mare ha anche un’altra immagine di quel fiero uccello. Da noi, frequenta anche le discariche, salvo poi rinfrescarsi nelle acque dell’Arno. Ma non dipende da lui, naturalmente, ma da noi e dal nostro modo di gestire i rifiuti.Però io pensavo al gabbiano nel suo ambiente, in tutta la sua fierezza, alle sue ali che sfidano i venti, e mi sono venute in mente alcune frasi.“Il tuo cuore è un gabbiano che vola libero nei cieli della vita. Lascialo andare senza paura, ti saprà condurre alla felicità” di Bambarén oppure Cardarelli: “Non so dove i gabbiani abbiano il nido, ove trovino pace. Io son come loro, in perpetuo volo. La vita la sfioro com’essi l’acqua ad acciuffare il cibo.” Ed ancora Neruda: “…sulla temibile costa, sotto il breve grido del gabbiano, toccai una mano ed era la mano di Walt Whitman”. Ma soprattutto ho pensato al “Gabbiano Jonathan Livingston” quell’incredibile romanzo di Bach e mi è venuto in mente un breve passo: “Ciascuno di noi è, in verità, un’immagine del grande gabbiano, un’infinita idea di libertà, senza limiti”. Si, mi piaceva proprio quel simbolo di un nuovo di partito, quel gabbiano stilizzato e colorato. Poi ho sentito anche la voce di Battisti sulle parole di Panella in “Il gabbianone” che un mio amico aveva da poco pubblicato su Fb ed Alganews.Si, mi piaceva proprio, ma era nuovo? Quel dubbio mi assillava da giorni. Mi pareva un déjà vu, ma dove lo avevo visto?Mi sono accomodato meglio sulla ciambella col delfino e ho cominciato a guardare e a pensare.Ho visto la porta del bagno che vorrei dipingere da tempo, ancora agli inizi. Che decorazioni potrei farvi? Poi ho visto in alto i miei quadri. Si, io ho molti quadri anche in bagno. Ho visto i miei collage degli anni 90, ho rimirato Farulli, Dova e Scatizzi e poi il mio sguardo è sceso verso il basso. Ho capito!Sulla mensola sopra il bidet c’era il gabbiano! Un prodotto intimo di Lisa aveva un gabbiano stilizzato. Non proprio come quello di Italia Viva, ma quasi.Sapevo che l’avevo visto!Il mio malumore per non essere a Firenze, si è attenuato. Andrò l’anno prossimo.