IL GIAPPONE CHE…NON C’E’

Oggi milioni di persone, in tutto il mondo, sono scese in piazza per difendere l’ambiente e sollecitare interventi seri e coerenti ai rispettivi governi. Dall’Australia alla Groenlandia dal Brasile al Kenya.Purtroppo in Giappone nulla di tutto ciò: le scuole sono rimaste aperte. Una ventina di manifestazioni sono state organizzate in altrettante città, ma con minima partecipazione: 2500 in Giappone, un migliaio a Kyoto, poche centinaia a Nagoya, Osaka, Sapporo e Fukuoka.Certo il Giappone – a parte i problemi tutt’ora irrisolti di Fukushima – non è certo tra i paesi più inquinati. I danni provocati negli annin’60 e ’70 sono stati in qualche modo circoscritti e oggi il Sol Levante ha una delle legislazioni più severe – e applicate – per quanto riguarda la tutela dell’ambiente. Ma questo non toglie che l’assenza di “partecipazione” – dalla politica nazionale alle lotte per l’ambiente e le varie “emergenze” internazionali – è un aspetto sempre più preoccupante del popolo giapponese. E del suo perdurante “isolazionismo” culturale.