IL VOTO DEI 21 DEPUTATI CONSERVATORI CONTRO JOHNSON SULLA BREXIT

Il voto che cambia davvero le cose non è stato quello con cui ieri 90mila italiani si sono espressi ieri sulla “piattaforma Rousseau” sul governo Conte 2.Il voto che cambia davvero le cose è stato quello con cui ieri 21 deputati del partito Conservatore a Westminster hanno sacrificato il loro seggio e la loro intera carriera politica, perdendo la possibilità di venire ricandidati dal loro partito, per dire un forte e chiaro “NO” alla #Brexit senza accordi del 31 ottobre con la #Ue voluta dal primo ministro del loro stesso partito, Boris Johnson. I 21 che hanno votato insieme alle opposizioni hanno chiesto una legge di emergenza che blocchi il piano di Johnson per una no deal Brexit. Ora il primo ministro dovrà fornire assicurazioni granitiche che calendarizzerà questa legge prima dello scioglimento del Parlamento britannico: Johnson aveva minacciato infatti di chiedere un voto su elezioni anticipate se ieri le sue posizioni fossero finite in minoranza. Per sciogliere la Camera e andare al voto generale, il 14 o 15 ottobre, Johnson dovrà però ottenere il sì dei due terzi di Westminster.Perché il voto dei 21 parlamentari conservatori ribelli è importante? No, non solo perché mette alle corde i piani di politica estera del primo ministro, che con la sua volontà di una no deal Brexit rischia di danneggiare duramente il Regno Unito (con la possibile sua stessa fine, tra secessione scozzese e paventata ripresa della guerra civile irlandese) e l’Unione Europea.Quel voto è importante perché dimostra quale sia lo scopo ultimo e il valore più alto della democrazia parlamentare: togliere la discussione su questioni complicate e difficili dalle mani degli incompetenti e degli ignoranti per affidarla a chi ne sa e ne capisce di più.Non può e non deve essere un referendum a decidere questioni cosi complesse (in Italia la Costituzione infatti sottrae gli accordi internazionali e le questioni fiscali al voto referendario): servono l’esperienza e la consapevolezza che derivano dalla conoscenza per decidere su temi così gravi e sensibili, non certo la demagogia fanatica dell’”uno vale uno”. Uno vale uno nelle elezioni generali, ma non nella comprensione delle scelte.Ma il voto di ieri a Londra è importante soprattutto per un altro motivo: perché, mettendo a rischio la loro carriera politica pur di evitare al loro Paese rischi ben più gravi, i 21 parlamentari Conservatori ci hanno ricordato cosa sia davvero la Politica. Ci sono ideali e impegni da non tradire mai che contano molto di più che l’obbedienza servile alla follia e ai diktat del capopopolo di turno. Questo è il loro insegnamento.Una lezione che speriamo arrivi forte e chiara anche a Palazzo Madama e a Montecitorio. Perché è dal loro voto di fiducia (sul quale conservo qualche dubbio e nutro qualche timore) e non certo da quello su “Rousseau” che dipendono le sorti del nuovo governo, della legislatura e anche del futuro inquilino del Quirinale.