IN ISRAELE SI FESTEGGIA SUCCOTH. LA FESTA DELLE CAPANNE

E’ consuetudine che la sera stessa della conclusione del digiuno di kippur si comincino i lavori per lacostruzione della capannadiSuccoth, una festa della durata di una settimana che pone fine all’estenuante “tour de force” delle feste diTishri, il primo mese del calendario ebraico. E proprio Succoth è la protagonista della canzone di questa volta, una canzoncina per bambini di nome “Shlomit bonà succah“, semplice e probabilmente anche ingenua ma che racconta a modo suo una testarda speranza di poter veder le cose cambiare radicalmente con dei piccoli gesti. Shlomit costruisce una capanna/luminosa e verde/per questo è così occupata oggi/e non è una semplice capannaluminosa e verde/Shlomit costruisce una capanna di pace Non mancherà di mettere/i rami di palma e di mirto/un ramo verde di salice/un cedro insieme al tutto/i frutti dell’autunno/e un profumo di bosco lontano E quando Shlomit dirà/guardate è terminata/succederà qualcosa di fantastico/arriverranno gli ospiti/in un numero sconclusionato/e per tutti ci sarà posto E dalle frasche/spunterà e brillerà/una stella chiara come il diamante/salve capanna meravigliosa/com’è bello e piacevole/Shlomit ha costruito una capanna di pace La canzone è stata scritta e musicata daNaomi Shemer, autrice di numerose opere musicali e considerata dai più politicamente schiera su posizioni nazionaliste se non proprio di destra. Cantare ancora oggi canzoni di questo tipo nonostante l’atmosfera a dir poco cupa che circonda il paese è uno degli esempi più lampanti delle contraddizioni e delle aspirazioni degli israeliani. Qualcuno che si deve confrontare quotidianamente con il problema iraniano, Hamas,Hezbollah, Daesh e compagnia bella e ha ancora il coraggio di cantare canzoncine del genere significa che o è completamente fuori di zucca o è un inguaribile ottimista. Io proporrei per la seconda opzione.