MANOVRA, TRA PROBLEMI E DISCONTINUITA’
Non è assolutamente facile, per chi scrive, sciorinare dati, cifre e percentuali che risulterebbero incomprensibili per molti. Una cosa è certa, tra poche ore dovrà essere definita la Nota di aggiornamento al DEF. In sostanza l’avvio del percorso che porterà alla manovra economica e finanziaria dell’anno in corso.E’ solo una magra consolazione quella di ricordare che se anche quest’anno verranno chiesti sacrifici agli italiani la colpa non può essere ascritta totalmente al nuovo governo. Chi subentra si accolla onori e oneri. Così come si dimostra pressoché inutile parlare di errori fatti da chi ora non c’è più. Quel che è stato deve essere ripreso e gestito in maniera più indolore possibile. Un compito da veri acrobati circensi. Ma non può essere altrimenti, con una nota doverosa: se anche quest’anno verranno chiesti sacrifici ai cittadini, che almeno sia scelto il percorso meno invasivo; meglio se il sacrificio di oggi potrà portare risultati positivi per il domani. Sia pur cosciente del non facile compito, il ministro dell’Economia, Gualtieri, non fa mistero di puntare a dare un segnale di discontinuità riuscendo a non aumentare l’IVA. Cosa che richiede davvero una grande fede, vista la situazione.Dalla notte dei tempi, ogni volta che c’è stato da operare tagli e imporre sacrifici, si è sempre fatto ricorso al sociale. E’ qui che il nuovo governo dovrà dimostrare la prima vera immagine di discontinuità. Nelle ipotesi formulate dal Ministro stesso, c’è l’idea di investire in quel famoso GREEN NEW DEAL. Indubbiamente una bella idea, non facciamo fatica ad ammetterlo, ma ci corre anche l’obbligo di ricordare che sono due, i dati principali da tener di conto: 30 mld stimati per la manovra, a fronte di 23,1 mld per evitare l’aumento dell’IVA. La realtà ci dice che fare affidamento su 6,9 miliardi è davvero poco per poter parlare di un rilancio che passi da investimenti “green”. Il tutto con un deficit che dovrebbe oscillare tra il 2 ed il 2,4%.Qualcosa però non ci convince; siamo sicuri che dal prelievo fiscale non si possa ottenere maggiori risorse? Il ricorso a sgravi fiscali derivati dall’uso della cosiddetta moneta elettronica (la carta) piuttosto del contante, ci sembra poca cosa, oltre a convincerci sempre di più che non è questo il sistema per combattere la GRANDE evasione fiscale. In questo modo si puo’cogliere nel sacco i piccoli evasori ma non illudiamoci che cambi qualcosa per chi porta i capitali all’estero o chi usa mille ed una strategia per far sparire dai bilanci cifre che sarebbe invece necessario e doveroso far emergere. Per non parlare del disagio creato alla gente comune, ai meno abbienti, a chi lotta ogni giorno con un bilancio famigliare talvolta impietoso, che ancora vede molte famiglie non in grado di arrivare alla fine del mese. Il dubbio che sia ancora una volta un vantaggio solo per il sistema bancario è grande, e può essere evitato solo con l’adozione di misure alternative. Da un governo dove la sinistra recita un ruolo di primo piano, forse ci si aspetterebbe una seria riflessione sull’eventuale ricorso ad una patrimoniale.Ricordiamo che nel Nostro paese, secondo il Boston Consulting group, nel rapporto annuale Global wealth 2017, si parla di 307mila famiglie, l’1,2% del totale, che possiedono più di 1 milione di euro e hanno il 20,9% della ricchezza finanziaria complessiva. Si tratta del’1% delle famiglie, che detengono il 45% della ricchezza finanziaria privata. A fronte di questo squilibrio, è forse sbagliato ipotizzare il ricorso ad una patrimoniale – fatta sul principio proporzionale come già avviene nel sistema di prelievo fiscale in uso – che possa aiutare il rilancio dell’economia nazionale senza mettere in difficoltà la maggioranza dei cittadini e delle famiglie italiane? Si parla di un governo “in mezzo al guado”, di un governo che toglie da una parte per coprire dall’altra, di equilibrismi che difficilmente saranno capaci di non scontentare milioni di persone.“L’economia del nostro Paese è ormai da tempo sostanzialmente in una condizione di crescita zero e richiede una riduzione netta della pressione fiscale complessiva – chiosa la stessa Confcommercio – sarebbero dunque errate tanto scelte di incremento delle aliquote Iva con un impatto economico certamente recessivo, quanto operazioni di scambio compensativo tra più imposte indirette e meno imposte dirette con un impatto fiscalmente regressivo”.Sul versante politico il segretario Dem, Zingaretti, parla di “necessità di ricostruire fiducia nel Paese”; per caso allude alla fiducia che la politica dovrebbe provare a riconquistare da parte dei cittadini? Se così fosse, va trovato il coraggio di creare una vera alternativa alle politiche economiche degli ultimi decenni. Il GREEN NEW DEAL ci piace e ci convince, ma per decollare, per partire con il piede giusto e senza incertezze, ha bisogno di finanziamenti. Questi, vista la situazione, non possono che passare da interventi di equità sociale, economica e finanziaria.Forse ci siamo dimenticati dell’annnunciata minaccia di imposizione di dazi che gli States vorrebbero applicare nei confronti dei prodotti destinati all’Europa. Conte invita a pensare positivo confidando nell’arbitrato del WTO, ma puo’ tutto questo bastare per scongiurare l’ennesimo “autunno caldo” per i cittadini italiani?L’incertezza regna sovrana, ma se un governo vuol distinguersi dagli errori del passato, non può che dimostrare di avere coraggio. Il Papeete è alle spalle, oggi abbiamo la possibilità di aprire un capitolo nuovo e ben diverso.Non certo però, sfogliando la margherita sull’IVA né tanto meno spostando il problema da un “fronte” all’altro.
