MATTARELLA SULL’ORLO DI UNA CRISI DI NERVI. “MARTEDÌ NUOVE CONSULTAZIONI”
DI CLAUDIA SABALa sua faccia è tutto un programma.Scuro, tesissimo in volto, il presidente Mattarella traccia il fosco quadro della situazione.“Ho verificato, dice il Presidente, che fino a questo momento, non ci sono margini per ricomporre una maggioranza.La soluzione più giusta sarebbe quella di andare a votare ma – ha concluso il Presidente della Repubblica – martedì prossimo inizierò un nuovo giro di consultazioni per cercare di risolvere la crisi”.Le parole di Mattarella sono come bastonate sulle teste dei nostri politici.In due giorni di consultazioni ha ascoltato di tutto e di più.La trattativa tra Movimento 5 stelle e Partito democratico è aperta ma, il Capo dello Stato, vuole chiudere tutto in tempi “brevi”.Luigi Di Maio si è reso disponibile alla nascita di una nuova maggioranza, a patto che restino fermi i dieci punti fondamentali per il M5S.Il primo impegno, “prioritario”, è il taglio dei parlamentari.Poi il conflitto di interessi, la riforma dei tempi della giustizia e della Rai, ma anche attenzione per i beni comuni e per le persone.Per il segretario democratico Nicola Zingaretti questo è già“un quadro su cui si può sicuramente iniziare a lavorare“.I dieci punti elencati da Di Maio, vanno ora confrontati con le cinque condizioni poste invece dal Pd. In caso di mancato accordo, per Mattarella, si dovrà andare subito al voto.Le elezioni, in ogni caso, non potranno avvenire prima del 3 novembre.Poco prima dei cinque stelle era salita al Colle la delegazione della Lega. Per Matteo Salvini l’unica strada è “il ritorno alle urne”.Ma lascia ancora una porta aperta all’ex alleato di governo.Mattarella ha infatti riferito che “alcuni partiti politici hanno avviato iniziative per un’intesa”, e che “altre forze politiche” hanno espresso la “possibilità di ulteriori verifiche”.Per ora l’assemblea dei gruppi M5s ha dato mandato “a incontrare la delegazione Pd“.In mattinata il presidente della Repubblica ha ricevuto la delegazione Pd e, il segretario Nicola Zingaretti, si è detto disposto alla nascita di “un esecutivo di svolta”.Le condizioni poste, rendono però complicata la mediazione.Tra quelle “non negoziabili” infatti, ci sono la modifica dei due decreti Sicurezza e un accordo preventivo sulla manovra.Mentre il taglio dei parlamentari, riforma imprescindibile per i cinque stelle, dovrà avvenire con un iter più soft.Sempre in giornata sono salite al Quirinale anche le delegazioni di Fratelli d’Italia e Forza Italia. Entrambi i partiti hanno chiesto elezioni nel più breve tempo possibile.Ieri invece, Mattarella aveva incontrato gli esponenti di Autonomie, Misto e Leu, che hanno confermato di poter dare il loro sostegno a “un esecutivo di svolta“.Per la nuova maggioranza, di un governo giallorosso i numeri ci sarebbero.Con 363 deputati alla Camera (216 M5s, 111 Pd e 14 Leu) e 176 al Senato (107 M5s, 51 Pd, 6 Autonomie, 12 Misto).
